Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 4 n. 5/6

maggio-giugno 1992

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.















Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Fondatore Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

Srila Prabhupada arrivò dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per soddisfare la richiesta del suo maestro spirituale: insegnare la Coscienza di Krsna in Occidente.
In dodici anni ha pubblicato più di settanta volumi di traduzione e commenti degli antichi testi classici vedici.
I suoi libri, ora disponibili anche nella versione italiana e in altre cinquanta lingue, sono stati adottati come testi di studio nelle maggiori università del mondo.
Viaggiando in Europa, America, Australia, Asia e Africa, Srila Prabhupada ha strutturato questo movimento in una confederazione mondiale di asrama, scuole, templi, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questo mondo nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Sri Krsna.
I suoi discepoli portano avanti il movimento a cui egli ha dato vita.



Ritorno a Krishna, la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna. Quando Srila Prabhupada fondò questa associazione a New York nel 1966 spiegò gli obbiettivi che si prefiggeva:
1. Diffondere sistematicamente la conoscenza spirituale in tutta la società ed insegnare a tutti le tecniche della vita spirituale per bilanciare lo scompenso dei valori del mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
2. Diffondere la Coscienza di Krsna così come viene rivelata dalla Bhagavad-gita e dallo Srimad-Bhagavatam.
3. Far sì che i membri dell'associazione siano più vicini tra loro e più vicini a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
4. Insegnare e incoraggiare il movimento del sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, Krsna, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
5. Costruire per i membri e la società un luogo santo dedicato ai divertimenti e alla personalità di Sri Krsna.
6. Unire i membri per insegnare un stile di vita più semplice e naturale.
7. Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti per raggiungere gli obbiettivi sopraelencati.
















La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
A. D'Ambrosio  Ali Krsna devi dasi

REDATTORE CAPO:
Parabhakti devi dasi

HANNO COLLABORATO: bhaktin Donatella, Gopi Priya devi dasi, Goura Krsna dasa, Lalita Govinda devi dasi, Lila Sakti dasi, bhaktin Nicoletta

AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa

ABBONAMENTI:
Dananistha devi dasi

PRONUNCIA. La translitterazione dei termini sanscriti contenuti in questa rivista è stata eseguita secondo un metodo adottato internazionalmente. La a si pronuncia a chiusa. La a si pronuncia a, aperta e lunga. La i si pronuncia i lunga. La u si pronuncia u lunga. La j si pronuncia g dolce. La r si pronuncia ri. La s si pronuncia sc (come in scena), altrettanto s ma più sibilante. La h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (il suono sc è dolce); Caitanya si pronuncia "Ciaitanya".

NOMI SPIRITUALI. I membri dell'I.S.K.CON., l'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna, ricevono uno dei nomi di Krsna o di un Suo grande devoto seguito dal suffisso dasa (dasi per le donne) che significa "servitore". Per esempio il nome Krsna dasa significa "servitore di Krsna".

ABBONAMENTI. Per informazioni sugli abbonamenti scrivere a:
B.B.T. Italia  Ufficio Abbonamenti - Strada Bonazza 12
50028 Tavarnelle Val di Pesa FI
Tel. 055/8076414, Fax 055/8076630

© Bhaktivedanta Book Trust  Tutti i diritti riservati

RITORNO A KRISHNA  Pubblicazione mensile registrata presso il tribunale di Milano n° 199 del 13/03/89

VOL. 4 N. 5/6 - maggio-giugno 1992

Bhaktivedanta Book Trust Italia

Strada Bonazza 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa - FI

FOTOLITO: F.C.M.  Marcallo Con Casone (MI)

STAMPA: Grafiche Cometa - Magenta










CALENDARIO VAISNAVA
Sri Gaurabda 506  1992/93 d. C.
Maggio-Giugno 1992

2V sabato, apparizione di Gadadhara Pandita
10V domenica, apparizione di Sita (moglie di Rama), apparizione di Jahnava devi e Madhu Pandita
12V martedì, Mohini Ekadasi
14V scomparsa di Jayananda Prabhu
15V venerdì, Nrsimha Caturdasi, digiuno fino al tramonto
16V sabato, apparizione di Sri Sri RadhaRamana Deviji, Madhavendra Puri, Srinivasa Acarya
28V giovedì, Apara Ekadasi
10VI mercoledì, Ganga Puja, apparizione di Gangamata Goswamini
11VI giovedì, Mahadvadasi, digiuno per Nirjala-Ekadasi (digiuno completo senz'acqua)
25VI giovedì, scomparsa di Srivasa Pandita
26VI venerdì, Yogini Ekadasi.
30V martedì, scomparsa di Gadadhara Pandita, e di Srila Bhaktivinoda Thakura (digiuno fino alle 12)










VOL. 4 N. 5/6

IL CONTROLLORE INVISIBILE
Una conferenza di Srila Prabhupada a Tokio.

SBOCCIA LA COSCIENZA SPIRITUALE
E' importante aiutare i bambini a trovare la propria giusta dimensione.

LA REINCARNAZIONE
La II parte di questo articolo semplice su un argomento basilare.

SRIMAD BHAGAVATAM
La storia di Dhruva Maharaja che divenne un puro devoto del Signore.

MATRIMONIO COSCIENTE DI KRSNA
Una recente lezione tenuta al tempio di Bologna in occasione di due matrimoni.

L'OSSERVATORE VEDICO

PASTICCERIA VEGETARIANA
Ancora qualche ricetta facilissima per dolci elementari ma gustosi.

IL BRODO ANCESTRALE DELL'ITALIANO
La ricetta del brodo sembrava buona, ma ormai piace solo alle scimmie.

IL MATERIALISMO
Conoscere la natura dell'essere vivente per comprendere la nostra vera posizione.

I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Non Si può essere felici se si è indipendenti.

CANTARE HARE KRSNA
Una pratica per santi e peccatori.

CANTATE HARE KRSNA E SIATE FELICI

LA FESTA DELLA DOMENICA



IN COPERTINA: Sri Krsna e Sri Balarama
nelle foreste di Vrndavana.










Ritorno a Krishna, la rivista mensile dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna. Quando Srila Prabhupada fondò questa associazione a New York nel 1966 spiegò gli obbiettivi che si prefiggeva:
1. Diffondere sistematicamente la conoscenza spirituale in tutta la società ed insegnare a tutti le tecniche della vita spirituale per bilanciare lo scompenso dei valori del mondo attuale e raggiungere una pace e un'unità reali.
2. Diffondere la Coscienza di Krsna così come viene rivelata dalla Bhagavad-gita e dallo Srimad-Bhagavatam.
3. Far sì che i membri dell'associazione siano più vicini tra loro e più vicini a Krsna, l'Essere Supremo, promuovendo così l'idea, tra i membri e il resto dell'umanità, che ogni anima è una particella infinitesimale qualitativamente uguale a Dio, Krsna.
4. Insegnare e incoraggiare il movimento del sankirtana, il canto congregazionale dei Santi Nomi di Dio, Krsna, come ci ha rivelato nei Suoi insegnamenti Sri Caitanya Mahaprabhu.
5. Costruire per i membri e la società un luogo santo dedicato ai divertimenti e alla personalità di Sri Krsna.
6. Unire i membri per insegnare un stile di vita più semplice e naturale.
7. Pubblicare e distribuire periodici, libri e altri scritti per raggiungere gli obbiettivi sopraelencati.















IL CONTROLLORE INVISIBILE

Una lezione di Sua divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada a Tokio



asatyam apratistham te
jagad ahur anisvaram
aparasparasambhutam
kim anyat kamahaitukam

Gli esseri demoniaci dicono che questo mondo è irreale e senza fondamento, che non c'è un Dio che lo dirige, e che è il risultato del desiderio sessuale e non ha altra causa che la lussuria." (Bhagavadgita 16.8)

Questa è la tradizionale teoria atea. Asatyam: dicono che questo mondo materiale è falso. E jagan mithya  jagat significa questa "manifestazione cosmica" che gli atei chiamano falsa perché è in continuo movimento, sempre in mutazione. Nel mondo materiale è vero che ogni cosa è in continuo mutamento, proprio come nella vostra città potete vedere le automobili muoversi da una parte all'altra. Un gran traffico. Similmente, l'intero sistema planetario si muove, cambia. Ogni pianeta gira nella sua orbita. Anche il sole ha la sua orbita. State seguendo quel che dico? Il sole si muove migliaia di miglia al minuto. Ciò è quanto viene chiamato jagat: ogni cosa nell'universo si muove o cambia. Ma in un modo particolare.
Per esempio, le auto che noi sentiamo passare fuori, vanno a gran velocità, ma stanno attente a correre nei limiti delle linee di demarcazione, altrimenti si scontrerebbero. Similmente, tutti questi pianeti hanno la loro velocità per orbitare. E ce ne sono centinaia di migliaia e milioni che orbitano, ma non si scontrano. Chi ha ideato questi percorsi autostradali e questi percorsi universali?
Le auto si muovono a sessanta o settanta miglia all'ora, ma non devono fuoriuscire dai loro percorsi. Chi l'ha organizzato? Humm? Il dipartimento di polizia, il governo. Come si può pensare che non ci sia controllo? Ah, questa è chiamata upama, analogia. "Analogia" significa che notando alcuni punti di similitudine, è possibile trarre una certa conclusione. Ora, proprio come noi vediamo per strada che le auto si muovono ad alta velocità, ma rientrano nelle loro "orbite" (le loro linee di demarcazione bianche o gialle) poiché esiste un cervello, un'organizzazione, similmente tutti i pianeti viaggiano ad alta velocità nella loro orbita perché c'è un'organizzazione universale.
Prendiamo questo pianeta, per esempio. Si muove molto, molto rapidamente, non è vero? Ora, un'auto potrà muoversi a settanta miglia all'ora, e può sembrare una velocità molto alta, ma la terra si muove molto, molto più velocemente, sebbene voi non ve ne accorgiate. E' tutto organizzato così bene, in modo così perfetto. Non possiamo nemmeno immaginare quanto sia perfetto. Quando viene giorno ed è mattina, significa che la terra si sta muovendo. Naturalmente anche gli aeroplani si muovono, ma ci sono tanti sobbalzi, tanti rumori. Gli aerei sono imperfetti. Ma qui vediamo una tale perfezione: la terra percorre migliaia di miglia all'ora eppure non ci sono sobbalzi, niente del genere, tanto che noi crediamo di star seduti nello stesso posto. E non c'è alcuna intelligenza dietro tutto questo?
Qui, su questo pianeta occorre un tale lavoro d'intelligenza per far muovere un'auto ordinatamente per strada: interventi da parte dei vigili, del governo, di molti scienziati, e altri. E l'universo non ha un solo pianeta, ma molti milioni. Yasya prabha prabhavato jagadandakoti. Innanzitutto ci sono molti milioni di universi. E in ciascun universo ci sono tanti pianeti da non riuscire a contarli. E ogni pianeta ha un clima diverso, varietà diverse. Ciascun pianeta non è della stessa natura. Ogni pianeta ha condizioni atmosferiche diverse da quelle degli altri pianeti. Il sole, per esempio, è così ardente, infuocato. La temperatura è talmente elevata che anche alla distanza di centinaia di milioni di chilometri possiamo sentire un caldo cocente. Similmente, la luna è molto fredda. Quindi, tutti i pianeti hanno condizioni atmosferiche diverse e si muovono nelle loro orbite, e tutto è organizzato bene. E noi, pur vedendo una simile organizzazione, ce ne stiamo qui a dire che non c'è nulla dietro tutto ciò. Com'è possibile?
Ma i raksasa, i demoni, dicono: asatyam apratistham te jagad ahur anisravam  "non c'è alcun controllore, ed è tutto falso". Falso? Tutte queste regole che devono essere seguite, sono talmente particolareggiate! Il sole si muove nella sua orbita in modo così perfetto che se il sole si inclinasse da una parte o dall'altra, l'intera Terra gelerebbe o brucerebbe. Anche gli scienziati lo ammettono. Quindi il sole deve muoversi secondo il diagramma definito da un controllore. E' dichiarato nel Bhagavatam. Il sole si muove per ordine del Supremo. Yasyajnaya. E' detto anche nella Brahmasamhita: yasyajnaya bhramati sambhrtakalacakro. Ajnaya significa "per ordine".
Quando si parla di ordine, ci deve essere qualcuno che dà l'ordine. Altrimenti che ordine è? Yasya ajnaya significa "per ordine di Colui". "Colui" si riferisce a qualcuno più grande che dà l'ordine, e il sole lo esegue. Quindi c'è qualcuno che dà l'ordine; c'è un controllore, il Signore Supremo. Come potete dire che non c'è? Dov'è la logica? C'è qualcuno che può dare una ragione logica che confermi che non ci sia alcun controllore nell'universo? Questi raksasa dicono che non c'è Dio, non c'è controllore, ma dov'è la loro logica?
Chiedo: "Come potete dire così? Qual è la vostra logica? Qual è la logica che vi permette di affermare che Dio non esiste? Discutiamone". C'è qualcuno in grado di spiegare questa logica? Humm? Qual è la loro idea?
Sarò un forestiero, ma quando vedo che le auto scorrono ordinatamente per le strade e i vigili sono in servizio, capisco che ci deve essere un governo. Potrò saperlo o non saperlo, ma deve esserci un governo, è ovvio. Allo stesso modo, quando vedo che l'ordine cosmico funziona così bene, in modo sistematico e ragionevole, come faccio a dire che non c'è un controllore? Che logica è mai questa? Ditemelo! C'è qualcuno che può dirlo? Gli scienziati diranno che non c'è alcun isa, alcun controllore: jagad ahur anisvaram. Ma qual è la loro logica? (Rivolgendosi a un devoto) Tu puoi dircelo, tu a volte discuti prendendo la loro parte. (Risata). Qual è la loro logica?
Devoto: Beh, non si è mai visto un controllore. Srila Prabhupada: Se non hai visto il capo di governo giapponese, puoi dire che non c'è un capo di governo? Se non hai visto il presidente, come puoi dire che c'è? Eppure arrivi alla conclusione che ci deve essere un capo di governo, altrimenti, come potrebbe funzionare tutto? Puoi vedere o non vedere tante cose, ma non basta: "Io non l'ho visto". Non ho visto l'automobile che è appena passata qui fuori, ma ne ho sentito il rumore e quindi so che c'è stata. Ci deve essere qualcuno lassù, anche se non Lo si vede, è ovvio. Il rumore può dirci che ci deve essere un'automobile, e l'automobile che ci deve essere un autista. Ma voi non avete visto niente, eppure sapete che c'è un autista. Vi basate sulla vista. Ma che potere ha la vostra vista? Non siete in grado di vedere. E adesso dov'è l'automobile? E' fuori dal vostro campo visivo, oltre il muro. Come fate allora a dire che c'è e che, se c'è, c'è anche un autista? Se c'è un'autista potrebbero esserci pure dei passeggeri. Come si può saperlo? Dire "non vedo" è infantile. "Non li vedo e quindi l'autista e i passeggeri non esistono". Questa non è logica.
Devoto: Dicono che e successo tutto per caso...
Srila Prabhupada: Che assurdità, "per caso".
Devoto: Col tempo, ogni cosa, tutti questi modelli naturali, funzioneranno.
Srila Prabhupada: No, ogni cosa nell'universo funziona già benissimo. Non occorre dar tempo. Funziona già tutto.
Devoto: Beh, tu sottolinei il fatto che la terra non è troppo calda o troppo fredda, ma loro dicono che è solo per caso che sia venuta a esistere in questo modo.
Srila Prabhupada: No, no. Solo un bambino potrebbe dire che è successo per caso. E' molto infantile. Bisogna dare una ragione valida. Prendere una cosa e dire che esiste per caso non ha senso. Non c'è bisogno della logica per attribuire tutto al caso. Non c'è conoscenza. Io devo avere un padre e devo avere una madre e per via dell'unione tra mio padre e mia madre, sono nato. E' scientifico. "Per caso sono piovuto giù dal cielo". Questo non è logico. Questo tipo di "logica" non ha alcun valore. Dareste valore a questa logica senza senso? Nessuna persona sana di mente accetterebbe "il caso" come spiegazione.
Se tu fossi colto in flagrante e giudicato colpevole, potresti dire: "Sono stato giudicato per caso"? "Per caso"? No, se commetti un furto, sarai arrestato e il giudice ti darà una punizione, dovrai soffrire. Questo non è un "caso". Potresti anche dire di essere stato giudicato colpevole per caso, ma non è un caso. Non è questione di "caso". Questa è falsa logica. Niente succede per caso, questo è un buon ragionamento. "Caso" significa ignoranza. Chi non sa dice "per caso". Questa è ignoranza, non conoscenza. La conoscenza è diversa.
Quindi gli scienziati sono degli imbroglioni. Questo tipo di logica "io non l'ho visto", "è successo per caso", "c'era una massa...", sono tutte affermazioni senza senso. C'è un controllore, questa è conoscenza valida. Proprio come si può capire, guardando l'organizzazione della città di Tokyo, che c'è un governo, allo stesso modo, se si è intelligenti, si può capire che ci deve essere un controllore supremo. Questo è teismo. Questa è conoscenza.
Questi sciocchi cosiddetti scienziati stanno semplicemente studiando. Vogliono "tempo per ricercare". Ma in realtà, se qualcuno è saggio, se sta seriamente cercando delle risposte, anche se avrà bisogno di parecchie vite di ricerca, alla fine arriverà alla conclusione che c'è un Dio. Vasudevah sarvam iti sa mahatma sudurlabhah. Diventerà una persona di prima classe, un mahatma. Ma questo è molto difficile. La maggior parte delle persone sono duratma, mentalmente incapaci.
Anisvaram: "Non c'è alcun controllore, questa è una falsa manifestazione". Non è falsa. Se studi una qualsiasi cosa, perfino una foglia, puoi vedere organizzazione: tante fibre sottili e vasi minuscoli intercollegati. Perfino in un piccolo vegetale o in un pezzo di frutta troverai che c'è molta maestria. Non puoi dire che è "per caso". Il che significa che c'è un cervello dietro. E chi è il cervello oltre quel cervello, oltre quel cervello, oltre quel cervello? Bhaunam janmanam ante: dopo aver cercato il cervello originale per molte, molte nascite, si arriva alla conclusione che vasudevah sarvam iti. Si arriva alla conclusione che Krsna è la causa di ogni cosa. Naturalmente ciò è già stato concluso: isvarah paramah krsnah  il Controllore Supremo è Krsna. (Brahma-samhita)
Ci sono molti controllori subordinati. Per esempio, questa città è controllata dai commissari di polizia o da qualcun altro. Quindi al di sopra di lui, al di sopra e al di sopra c'è un controllore. E al di sopra di tutto, il controllore supremo è Krsna. Questa è la conclusione.

isvarah paramah krsnah
saccidanandavigrahah
anadir adir govindah
sarvakaranakaranam

"Krsna è la causa di tutte le cause. Egli è la causa originale ed è la forma dell'essere eterno, della conoscenza e della felicità assoluta" (Brahmasamhita). Krsna è la causa. E non è solo. Krsna ha molteplici energie.
Anche una minuscola persona come me, Bhaktivedanta Swami, non è sola. Ho moltissimi assistenti. Quindi, anche considerando solo il fondatore del movimento per la coscienza di Krsna, questi non è solo. Allo stesso modo, proprio come io mi sono esteso attraverso i miei discepoli in tanti modi e in tanti luoghi, immaginatevi quanto può espanderSi Krsna, provate a immaginare. Egli è il Signore Supremo. Advaitam acyutam anadim ananta-rupam. Ananta rupam: sebbene sia una sola persona, Egli può espandersi in un numero illimitato di forme. Ed è così che Egli compie ogni cosa. Proprio come io ho risposto a dozzine di lettere da tutto il mondo e il mio assistente le batte a macchina e le spedisce, allo stesso modo Krsna agisce tramite innumerevoli assistenti. Parasya saktir vividhaiva sruyate  il Signore Supremo ha innumerevoli potenze. Dovete capire questo. Sebbene Egli sia solo, ha anantarupa  infinite espansioni. Per esempio, Krsna dà istruzioni a tutti. Isvarah sarvabhutanam hrddese 'rjuna tisthati  ci sono milioni di trilioni di esseri viventi ed Egli è situato nel cuore di tutti ed è la causa del ricordo, della conoscenza e della dimenticanza. Egli agisce in questo modo. Quindi se crediamo che Egli sia un controllore come noi, è solo una nostra errata concezione. Egli è un controllore, ma un controllore con conoscenza illimitata, con assistenti illimitati, con potenze illimitate. E' così che Lui governa.
Questi atei, questi cosiddetti scienziati, non possono concepire che una persona possa essere così illimitatamente potente, perciò diventano impersonalisti. Loro pensano che se il controllore è una persona "deve essere una persona come me". "Io non posso far questo. Perciò non può farlo neppure Lui". E così la Bhagavad-gita li chiama mudha, stupidi. Avajananti mam mudha  questi mascalzoni non possono capire Krsna perché credono che Krsna sia come loro. Credono che Krsna sia una persona come loro. I Veda ci informano che, sebbene sia una persona, Egli mantiene un numero illimitato di persone. Ma gli scienziati impersonalisti non afferrano questo punto: eko bahunam yo vidadhati kaman, che una sola persona possa mantenere molti trilioni di persone.
Ciascuno di noi è una persona: io sono una persona, tu sei una persona, l'insetto è una
persona, gli alberi sono persone. Tutti sono persone. E c'è un'altra persona che è Dio, Krsna. Nityo nityanam cetanas cetananam eko bahunam yo vidadhati kaman (Katha Upanisad)  una sola persona mantiene tutti questi milioni di trilioni di varietà di altre persone. Questa è informazione vedica. E inoltre Krsna dice nella Bhagavadgita (10.8): aham sarvasya prabhavo mattah sarvam pravartate  "Io sono l'origine di tutti gli esseri, tutto emana da Me". Perciò quando qualcuno capisce realmente che "qui c'è una Persona Suprema ed è Lui il capo, il controllore, e mantiene ogni cosa", allora quel qualcuno si arrende a Lui e diventa Suo devoto. Noi, devoti di Krsna, non siamo stupidi o imbroglioni. Abbiamo le nostre ragioni. Abbiamo la nostra filosofia. Quando comprendiamo che Krsna è in realtà il Controllore Supremo, la Persona Suprema, il Mantenitore Supremo, ci abbandoniamo, diventiamo devoti di Krsna. Non ciecamente. Noi siamo fermamente convinti che questa Persona è la Persona Suprema. Perciò ci abbandoniamo. Non siamo seguaci ciechi.

aham sarvasya prabhavo
mattah sarvam pravartate
iti matva bhajante mam
budha bhavasamanvitah

Come dice Krsna: "Io sono l'origine di ogni cosa; ogni cosa emana da Me". Budha significa: colui che ha capito completamente.
La teoria degli scienziati atei è aparaspara-sambhutam  ogni cosa è avvenuta per attrazione meccanica. Kim anyat kamahaitukam. Kama significa lussuria. Tra un uomo e una donna vi è desiderio sessuale e c'è una produzione di prole. Quindi gli scienziati parlano in questo modo. Dicono che la produzione dell'universo è lussuria senza causa, attrazione meccanica, che non c'è altro piano. Ma c'è un grande piano di cui non sanno. Infatti, parte del piano è...

yaya yada hi dharmasya
glanir bhavati bharata
abhyutthanam adharmasya
tadatmanam srjamy aham

"Ogni volta che in qualche luogo dell'universo la religione declina e l'irreligione avanza, o discendente di Bharata, Io vengo in persona". (B.g. 4.7) Ecco, questo è il piano.
Questi mascalzoni, questa classe di atei, dicono: kim anyat kamahaitukam i desideri sessuali sono l'unica ragione, la sola causa dell'universo. Questo bambino nasce per via dei desideri sessuali, ma noi non vogliamo prendercene la responsabilità. Quindi uccidetelo, cosa c'è che non va?"
Perciò legalizzano l'aborto, l'assassinio di bambini. Kama: "Abbiamo dei desideri sessuali, ci è capitato un figlio ma non lo vogliamo, uccidetelo". Questo è ciò che succede, questo è ateismo.
E queste non sono che stupide teorie: "per caso", "per lussuria senza causa". No. C'è una grandiosa organizzazione. Proprio come nel controllo del traffico, c'è una grandiosa organizzazione dietro tutto ciò. Non è per caso. E' forse per caso che ci sono le linee sulla strada? No. Come potete dire "per caso"? Quindi queste teorie sono demoniache. Queste conclusioni non ci aiuteranno. Rimarremo in ignoranza, senza alcuna conoscenza.
Qualche domanda? Nessuna fra i nostri amici giapponesi qui presenti?
Ospite: Sì, avrei una domanda. Hai detto che possiamo sentire un automobile fuori, ma che non possiamo vederla...
Srila Prabhupada: No, noi possiamo vedere l'auto, non la vediamo se stiamo qui seduti. Da qui non la vediamo. Ma se ne sente il suono e quindi si può trarre la conclusione che c'è un'automobile. Perciò fare affidamento sulla vista non è sempre bene. Pur non vedendola, sappiamo che l'auto c'è. Questo è il mio punto.
Ospite: Non so se ho mai visto Dio...
Srila Prabhupada: No. Tu non L'hai visto, ma qual è il tuo desiderio? Vuoi vederLo?
Ospite: Vorrei perlomeno sentire Dio in questo mondo, e mi chiedevo cos'è che...
Srila Prabhupada: Dio parla nella Bhagavad-gita. Tu leggi ed è Krsna che parla. Quindi, ecco qui. Dio parla. E tu puoi anche cantare Hare Krsna. Ciò è Dio. Sabdabrahman, vibrazioni sonore spirituali, il suono di Dio. Questo è il modo.
E se vuoi vedere Dio, puoi anche vederLo. E' descritto qui, nella Bhagavad-gita. Per esempio, Krsna dice: prabhasmi sasisuryayoh - sono la luce del sole e della luna. E' così difficile? Non c'è niente di falso quando Krsna dice: "Io sono la luce del sole", Lo è. E ti chiede di vedere. Se guardi attentamente vedrai Krsna.
Vuoi vedere Krsna. Allora dovresti guardare Krsna nel modo consigliato da Krsna. Krsna dice: raso 'ham apsu kaunteya  sono il sapore dell'acqua o di ogni sostanza liquida. Ora, ogni qualvolta bevi dell'acqua, del latte o qualsiasi altra cosa liquida, ogni cosa ha un sapore diverso, se pensi come Krsna consiglia: "Questo sapore è Krsna", allora in quel gusto troverai Krsna. Comincia ad agire come dice Krsna, e vedrai Krsna. Non è difficile. Krsna dà molti esempi nella Bhagavad-gita.

raso 'ham apsu kaunteya
prabhasmi sasisuryayoh
pranavah sarvavedesu
sabdah khe paurusam nrsu

"O figlio di Kunti, Io sono il sapore dell'acqua, la luce del sole e della luna, la sillaba om nei mantra vedici. Sono il suono nell'etere e l'abilità nell'uomo". (B.g. 7.8)
Non cercate di vedere Krsna a modo vostro, altrimenti non Lo troverete mai. Perché dite: "Non abbiamo visto Dio", quando Dio è rappresentato in moltissimi modi? Seguite i consigli di Dio e cercate di vederLo nel modo che Lui consiglia, così potrete vederLo. E' un dato di fatto. Non capisco perché dicono: "Non abbiamo visto Dio". Lo vedete sempre. Vedete la luce del sole, vedete la luce della luna, sentite il dolce profumo di un fiore. Se siete degli studiosi, leggete i Veda: pranavah sarvavedesu "nei mantra vedici" Krsna dice:
Sono il suono della sillaba om". E paurusam nrsu  qualunque opera meravigliosa e intelligente qualcuno abbia fatto, è Krsna.
Quindi dovete vedere Krsna in questo modo, come Krsna consiglia. Così lo vedrete presto. E' impossibile non vedere. Vedrete Krsna in ogni momento. Premanjanacchuritabhakti-vilocanena santah sadaiva: Lo vedrete ventiquattro ore al giorno. Coloro che sono veramente devoti di Krsna, vedono Krsna; non vedono altro che Krsna. E' impossibile non vederLo. Ma dovete adottare il metodo giusto per vederLo. Se studiate la Bhagavad-gita minuziosamente  questa è la scienza di Dio vedrete Dio, vedrete Krsna e capirete ogni cosa. Perciò l'abbiamo presentata. Ma se la interpretate erroneamente, se la inquinate con le vostre interpretazioni, non Lo vedrete. Questi mascalzoni, questi scienziati e falsi yogi, non fanno altro che inquinare. Perché non si sono collegati alla successione disciplica autorizzata che viene da Krsna, sebbene cerchino di diventare studiosi eruditi e leader eruditi, non sono che dei mascalzoni. In realtà sono dei mascalzoni perché non riescono a vedere Krsna nelle cose intorno a loro.
Ma tutti gli acarya, i grandi maestri spirituali, hanno accettato Krsna.
Nella Bhagavad-gita Arjuna accetta Krsna quale Persona Suprema: sarvam etad rtam manye yan mam vadasi kesava: "Oh Krsna, accetto come pura verità tutto ciò che mi hai detto. Né gli esseri celesti né quelli demoniaci conoscono la tua persona, oh Signore".















FAR SBOCCIARE LA COSCIENZA SPIRITUALE

Se Darwin, Huxley, Dewey o altri padri fondatori della cultura moderna fossero ancora qui e vedessero gli studenti fotografati in queste pagine direbbero di poter ammirare i risultati, ma di non apprezzare il metodo.
Come chiunque potrà notare, questi bambini irradiano felicità e realizzazione, ma secondo gli standard educativi moderni fanno cose completamente sbagliate.
Essi soridono semplicemente della teoria di Darwin, secondo la quale gli elementi chimici inerti e gli ispidi oranghi si possono evolvere in esseri umani per caso.
Senza tenere i alcuna considerazione l'universo impersonale di Huxley, questi bambini vedono in tutto ciò che li circonda segni rivelatori di una Persona Suprema.
Incuranti del relativismo morale di Dewey, modellano immediatamente tutto ciò che fanno sulle parole che Sri Krsna disse molti secoli fa nella Bhagavad-gita. E (potete vederlo dai loro volti) sperimentano un senso di gioia e di autoscoperta che gli insegnanti delle scuole pubbliche possono solo sognare per i loro studenti.
Dice Randy Gribbin, insegnante in Texas: "Questi bambini coscienti di Krsna sono tutti molto svegli e concentrati nei loro studi. Invece la maggior parte degli studenti si preoccupa solo di come vestirsi per attrarre il sesso opposto, passarsi i bigliettini e fumare".
"La gente si stupisce", dice un'insegnante cosciente di Krsna "di come possa la nostra scuola pubblica cercare così duramente di rendere i ragazzi educati e dotati di senso morale e ottenere esattamente l'opposto? Secondo la mia esperienza, uno studente può conseguire reale conoscenza e basi morali solo quando realizza che il mondo è in realtà incentrato su Dio, e che tutto emana dal Signore Supremo: il proprietario originale, il fruitore e l'amico."
Diversamente, a prescindere dalle altisonanti frasi umanistiche, lo studente può solo cercare di cavarsela, smarrito ed esitante.
"Nella maggior parte dei casi", dice Gribbin, "gli esperimenti della scuola basati su un'educazione senza regole del tipo "fatti gli affari tuoi", non hanno avuto alcun successo".
"Nella nostra scuola ci sono tre insegnanti che si aggirano abitualmente nel serf-service", dice Anthony Stachurst, da dodici anni insegnante veterano nelle scuole del Michigan. "Ciononostante, c'è sempre un pandemonio. I bambini buttano in giro il cibo e fanno un sacco di pagliacciate. Ma nelle scuole di Krsna ho notato che tutti i bambini - perfino quelli di quattro o cinque anni - siedono nella sala da pranzo e mangiano educatamente. Penso che ciò accada grazie agli insegnanti coscienti di Dio e ai loro metodi di insegnamento".
"Nelle scuole Pubbliche", aggiunge Gribbin, "gli insegnanti non si prendono davvero cura degli studenti e i bambini lo percepiscono. Nelle scuole di Krsna invece, ho visto molti insegnanti impegnati, motivati dall'amore e dall'interesse per i bambini, non dallo stipendio o dall'ambizione.
Insegnano ai bambini non solo a controllarsi ma anche i motivi per cui bisogna controllarsi: la coscienza di Dio".
Yogesvara dasa (direttore del Bala Books, una casa editrice cosciente di Krsna) sottolinea: "I devoti di Krsna non sono soli su questo punto. L'educazione laica, l'educazione che non si basa su un concetto spirituale, ha provocato, perfino dal punto di vista accademico, il fallimento del sistema scolastico perché il bambino non viene considerato come entità emotiva, come entità spirituale. E così questo tipo di scuola priva di anima, priva di Dio, ha provocato un movimento educativo alternativo in questo paese e in tutto il mondo".
"La gente sensibile e cosciente di Dio deve stare attenta a questa crisi", dice Jagadisa Swami. "I vari atei-materialisti-umanisti sanno che i ragazzi sono come la creta: si possono modellare come si vuole ed essi si impegnano a modellarli a propria immagine. La differenza tra i dewey-darwinisti e noi è semplice: loro vogliono che i ragazzi pensino come dei bipedi, tutti presi dai loro corpi materiali temporanei, mentre noi vogliamo che i ragazzi capiscano di essere in realtà persone spirituali, emanazioni dello Spirito Supremo.
Potranno anche dire che noi seguiamo ciecamente una fede, ma anch'essi hanno la loro fede. Per esempio, dice Jagadisa Swami, se vivete in una qualche città, una specie di fede è vedere le luci della strada che si accendono di notte e si spengono al mattino e l'acquedotto che provvede alle necessità della gente, e poi dire che il governo non esiste, che dietro a queste cose non c'è un sindaco.
Un altro tipo di fede è sostenere, vedendo queste cose, che devono esserci un governo e un sindaco. Potremmo chiamare il primo tipo di fede cieca, e il secondo di fede ragionevole.
In ogni caso, ciascuno deve per forza credere in qualcosa.
Fate la vostra scelta. Riponete la vostra fede in Marx o in Freud, in Darwin o in Devey, o riponetela nel Signore Supremo.
Così, poi, vedrete i risultati. Dopotutto è un metodo scientifico. Non è molto difficile vedere cosa succede quando si crede in Marx, in Freud, in Darwin o in Dewey. In molte scuole adesso gli insegnanti si portano dietro delle ricetrasmittenti in modo da poter chiedere aiuto quando i loro studenti liberi e umanizzati cercano di violentarli o rubare in classe". E quali sono i risultati se riponete la vostra fede in Krsna? Jagadisa Swami dice: "lo potete vedere nei volti dei ragazzi. Nella Bhagavadgita Krsna non offre un dogma ma un metodo pratico e scientifico. Srila Prabhupada ci ha detto che la dimostrazione di questo metodo di insegnamento si può osservare vedendo il miglioramento spirituale e il puro entusiasmo manifestato dai bambini". "Prima che Srila Prabhupada si recasse in Occidente" dice Jagadisa Swami, "le scuole religiose stesse avevano una conoscenza scientifica limitatissima della coscienza di dio. Gli studenti hanno grosse difficoltà con le spiegazioni sommarie della Bibbia riguardo la creazione e la nostra relazione con il Supremo. Ma per le persone con una mentalità scientifica, la Bhagavad-gita e le altre Scritture Vediche forniscono risposte soddisfacenti. "Senza una comprensione scientifica della propria personalità spirituale , gli studenti devono sentirsi preoccupati, depressi e ansiosi. Quando si convincono che ogni cosa (loro inclusi) proviene dalla materia primordiale, la vita assume il significato di morte; zero assoluto. E questo genera ansia. Perfino i materialisti più di successo (Freud ne è un buon esempio) erano tormentati dall'ansia perché nel profondo del cuore (E Freud lo ammetteva) vorremmo tutti vivere per sempre. Il problema sorge quando non si ha alcuna comprensione pratica, o scientifica, su come ottenerlo. "Ma potrete trovare ciò che state cercando", dice Jagadisa Swami , "nella Gita. Qui Sri Krsna dice (e ciascuno lo può verificare scientificamente) che: "dall'infanzia all'adolescenza alla giovinezza alla vecchiaia, vi lasciate alle spalle un corpo dopo l'altro, ma voi - l'essere vivente nel corpo - ci siete sempre. Così, quando alla fine vi lascerete dietro il vostro vecchio corpo, continuerete ad esistere_ Così, Krsna dice, perché accontentarsi dei piaceri che passano col passare dei vostri corpi materiali? Vivete da esseri spirituali quali in realtà siete, dedicatevi a Me, lo Spirito Originale. In questo modo, anche adesso, potrete sperimentare il piacere spirituale eterno. E dopo questa vita, ritornerete a Me". Nella Gita, dice Jagadisa, troverete una serie completa di informazioni sulla vita spirituale cosciente di Krsna. E quando farete questo esperimento e agirete in base a queste informazioni, capirete e realizzerete: sarete felici. Mentalmente, intellettualmente, emozionalmente e spiritualmente sarete estasi. Questo quindi è il nostro metodo, un metodo pratico e scientifico: i nostri studenti vivono in coscienza di Krsna e stanno scoprendo che questo metodo funziona. Hanno imparato (in modo pratico e scientifico) che lo Spirito Supremo esiste e che anch'essi sono in realtà esseri spirituali. Svolgendo semplicemente il loro lavoro scolastico per Krsna e soprattutto cantando i Suoi Santi Nomi, essi imparano che Egli è una persona piena di sensibilità, esattamente come lo sono loro. Stanno sperimentando la loro eterna relazione d'amore con Lui. Per loro vivere è diventata, in ogni istante, un'esperienza entusiasmante".















LA REINCARNAZIONE

II Parte

di PAVANESANA DASA

Sri Krsna spiega la reincarnazione all'inizio della Bhagavad-gita (2.13): "Come l'anima incarnata passa continuamente, in questo corpo, dall'infanzia alla giovinezza e dalla giovinezza alla vecchiaia, così l'anima passa in un altro corpo al momento della morte". Una volta ognuno di noi aveva il corpo di un bambino, e ora abbiamo il corpo di un adulto. Ma questi due corpi sono completamente differenti. Non appaiono simili, e tutti gli elementi chimici in essi sono mutati. Nonostante ciò, le nostre madri sanno che siamo la stessa persona.
Quando avremo sessanta o settant'anni, il nostro corpo apparirà ancora diverso. Ma noi resteremo la stessa persona. Allora che cos'è che rimane immutato? E' il nostro vero sé, l'anima spirituale. In questo modo possiamo osservare la reincarnazione entro certi limiti persino in questa vita.
Quando una persona muore, generalmente diciamo, "se n'è andata", anche se il corpo giace lì proprio vicino a noi. Perché diciamo che se n'è andata? Chi se n'è andato? E dove è andato? Dato che il corpo è ancora qui, dovremmo comprendere che è l'anima a essersene andata. La persona che pensavamo di conoscere non è mai stata identica al suo corpo. Infatti, nessuno aveva mai visto la vera persona.
Persino se provate a iniettare gli elementi chimici che mancano ad un corpo morto, rispetto a uno vivo, non potrete mai farlo ritornare in vita una volta che l'anima se n'è andata.
Krsna dice nella Bhagavad-gita (2.20.22): "Per l'anima non c'è né nascita né morte. Esiste e non smette mai di esistere. Non nasce, non muore, è eterna, originale, non ebbe mai inizio e non avrà mai fine. Non muore quando il corpo muore.
Come una persona indossa vestiti nuovi e lascia quelli usati, così l'anima si riveste di nuovi corpi materiali abbandonando quelli vecchi e inutili".
Ora, uno scienziato o un materialista incallito può domandare: "Dov'è la prova dell'anima e della reincarnazione? Nessuno le ha mai viste direttamente".
Questa sfida presume che tutti i "fatti" scientifici siano stati osservati direttamente. Questo, naturalmente non è vero. A milioni di bambini viene insegnato che la vita viene dalla materia, che tutto ha avuto inizio con il "big bang" o il "brodo ancestrale". E che, per caso, gli elementi chimici iniziarono ad organizzarsi e gradualmente a evolversi verso l'altamente sofisticata forma umana.
Possiamo con sicurezza dire che nessuno ha mai osservato questo processo, giacché si suppone (e ne è anche un presupposto) che quando è avvenuto non esistesse alcun osservatore umano. Le teorie che la vita si sia evoluta da elementi chimici non sono mai state osservate in modo diretto. Nessuno ha mai visto la materia produrre la vita.
Possiamo tuttavia osservare quotidianamente come creature viventi producano e trasformino la materia: capelli, sudore, latte, e così via. Perciò, la reincarnazione è in realtà più compatibile con i fenomeni che si possono osservare di quanto non lo sia la teoria dell'evoluzione chimica. E' evidente che la materia dipende dallo spirito. Possiamo vedere il corpo mutare mentre la persona rimane la stessa, e possiamo vedere la vita produrre materia.
Sviata dalle teorie della scienza moderna, la gente non ha alcuna conoscenza dell'anima e delle leggi universali della reincarnazione. Pensano che la morte sia la fine della nostra esistenza e che perciò dovremmo cercare di godere di questa vita il più possibile. Questo tipo di filosofia incoraggia la crudeltà, l'egoismo, il crimine e l'irresponsabilità.
La gente non sa che mentre può imbrogliare le autorità del mondo, e in questo modo evitare le reazioni per le proprie attività, non può sfuggire alla legge sottile che produce reazione per ogni azione. La comprensione della reincarnazione può ispirarci a condurre nostra la vita in modo più responsabile, morale, onesto, e amorevole verso gli altri esseri, perché sappiamo che saremo ritenuti responsabili delle nostre attività nelle vite successive.
La reincarnazione spiega molti fenomeni che rendono perplessi. Per esempio,
come fu capace Mozart di sciogliere i cuori della gente suonando il piano quando aveva solo cinque anni, mentre qualcun'altro non riesce a suonare così bene nemmeno dopo molti anni di pratica? La risposta è semplice: Mozart si è probabilmente esercitato in vite precedenti.
Questo argomento può non sembrare strettamente scientifico, se per scientifico intendiamo sperimentabile dai nostri sensi in modo diretto, ma è più sensato che dire che le nostre abilità vengono dal caso.
Naturalmente, alcuni rifiutano di accettare la reincarnazione senza una prova evidente. A questi possiamo dire che la reincarnazione non è qualcosa che può essere verificato in un laboratorio. Anche molti altri fenomeni accettati non possono essere spiegati. Amore, rimorso, risentimento, altruismo  non possono essere sperimentati in un laboratorio, ma tutti noi sappiamo che esistono.
Rifiutare in modo netto la reincarnazione è un attitudine dogmatica. Perlomeno una persona dovrebbe semplicemente ammettere che non sa se esista o no. Dopotutto, non c'è alcuna prova che non esista.
Se un materialista vive andando contro le leggi naturali, contro le ingiunzioni delle Sacre Scritture e contro i consigli di persone spiritualmente realizzate, corre il rischio di dover prender nascita come animale o in qualche altra circostanza indesiderabile. E persino se tutto finisse con la morte, non può essere sicuro di essere felice vivendo in modo irresponsabile.
Nella Bhagavadgita (16. 23) Sri Krsna ci dà questo consiglio:

"Colui che rifiuta invece i precetti delle Scritture per agire secondo il proprio capriccio non raggiunge né la perfezione, né la felicità, né la destinazione suprema".

Un devoto, tuttavia non perde niente. Se la reincarnazione è un fatto, si è assicurato una destinazione migliore nella sua prossima vita. E persino se la reincarnazione non si verificasse (il che non è vero), e la vita terminasse con la fine di questo corpo, nessuno gli potrà dire che ha sbagliato.















Scritture Vediche

SRIMADBHAGAVATAM

La Storia Di Dhruva Maharaja

La storia che vi presentiamo, adattata da Lalita Govinda devi dasi, è estratta dal IV canto dello SrimadBhagavatam, il Grande classico della spiritualità scritto cinquemila anni fa da Krsna Dvaipayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada. Lo Srimad-Bhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e ci informa che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana in base a questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.



II re Uttanapada aveva due regine, Suniti e Suruci. Suruci pero, era la preferita. Un giorno, il re Uttanapada stava accarezzando il figlio di Suruci, Uttama, che stava sulle sue ginocchia. Anche Dhruva, il figlio di Suniti, cercava di salire sulle ginocchia del padre, ma il re non gli prestava attenzione. Mentre il bambino cercava di salire in braccio a suo padre, Suruci, la sua matrigna, con grande orgoglio disse: "Mio caro bambino, non puoi sederti sul trono perché non sei nato dal mio grembo." Dhruva colpito dalle dure parole della matrigna cominciò ad ansimare per la collera. Quando vide che suo padre rimaneva silenzioso, senza protestare, lasciò immediatamente il palazzo e andò in cerca di sua madre. Nell'udire le parole pronunciate dall'altra regina, il volto luminoso e simile al fiore di loto di Suniti si bagnò di lacrime; tuttavia dolcemente disse: "Mio caro figlio, non augurare niente di funesto a nessuno. Chiunque infligga sofferenza agli altri soffrirà delle stesse sofferenze. Ciò che ha detto la tua matrigna è duro da ascoltare, ma è vero. Perciò se desideri veramente sederti sul trono, abbandona la tua invidia e senza perdere tempo impegnati nell'adorazione del Signore." Dopo matura riflessione, il bambino decise di lasciare il palazzo e di recarsi nella foresta. Quando Narada Muni sentì queste notizie, si recò da Dhruva: "Mio caro ragazzo  gli disse  sei solo un bambino, perché sei così turbato da parole che insultano il tuo onore?"







CANTO IV

Capitolo 8 verso 29


paritusyet tatas tata
tavanmatrena purusah
daivopasaditam yavad
viksyesvaragatim budhah



TRADUZIONE

La via del Signore Supremo è meravigliosa. L'uomo intelligente deve accettare questa via ed essere soddisfatto di ciò che il destino gli manda, favorevole o sfavorevole, per la volontà suprema del Signore.



SPIEGAZIONE

Il grande saggio Narada insegnò a Dhruva Maharaja che bisogna essere soddisfatti in ogni circostanza. Ogni persona intelligente dovrebbe sapere che a causa della concezione dell'esistenza basata sul corpo, siamo soggetti alla gioia e al dolore. Chi si trova in una posizione trascendentale, cioè al di là della concezione della vita basata su corpo, è considerato intelligente. Il devoto, in particolare, accetta le disgrazie come misericordia del Signore Supremo. Quando un devoto soffre, considera la propria sofferenza come misericordia di Dio, e Gli offre ripetuti omaggi con il corpo, la mente e l'intelletto. Una persona intelligente dovrebbe dunque dipendere dalla misericordia del Signore e così essere sempre soddisfatta.

* * *

Dette queste parole, Narada Muni cercò di scoraggiare il ragazzo dall'intraprendere la via dello yoga mistico, ma vista la sua determinazione a raggiungere una posizione superiore a quella dei suoi antenati, mosso a compassione, aggiunse: "L'istruzione che tua madre Suniti ti ha dato è veramente adatta a te. Perciò va sulle rive del fiume Yamuna e purificati. E' sufficiente recarsi là per avvicinare Dio, che vive sempre in quel luogo. Là potrai intraprendere la via del servizio devozionale. Dovrai fare il bagno tre volte al giorno, praticare l'astangayoga con i tre tipi di respirazione e cominciare a meditare con pazienza su Dio, la Persona Suprema, col mantra om namo bhagavate vasudevaya". Aggiunse poi che un devoto sobrio e sereno è soddisfatto nutrendosi solo con la frutta e la verdura che trova nella foresta."

Dopo aver parlato col piccolo Dhruva, Narada Muni si recò dal re Uttanapada che ora, pentito e addolorato, era molto preoccupato per la sorte di suo figlio.
Narada lo rassicurò dicendogli che Dhruva, che ora stava meditando nella foresta Madhuvana, avrebbe manifestato una potenza incredibile.

Nel frattempo Dhruva era arrivato a Madhuvana e, come gli aveva consigliato il grande saggio Narada, si era impegnato nell'adorazione del Signore. Per il primo mese mangiò solo frutti e bacche ogni tre giorni, al solo fine di tenere il corpo in vita, e progredì nell'adorazione. Nel secondo mese mangiò solo erbe e foglie ogni sei giorni; così rimase assorto in perfetto samadhi adorando Dio. Al quarto mese egli divenne padrone della respirazione, inspirando solo ogni dodici giorni. Nel quinto mese il figlio del re controllava il respiro in modo così perfetto che poteva stare immobile su una sola gamba e restare concentrato sul Signore che risiede nel cuore senza mai deviare.
Quando Dhruva ebbe così raggiunto Dio, che è il rifugio dell'intera creazione materiale, i tre mondi cominciarono a tremare. Quando poi, grazie alla perfetta concentrazione, egli divenne pesante come il Signore Visnu, concentrando su di sé il peso dell'intero cosmo, ed ebbe chiuse tutte le aperture del proprio corpo, l'intero respiro universale fu sospeso e tutti gli esseri celesti, sentendosi soffocare, presero rifugio nel Signore.
"Non siate così turbati da ciò che sta accadendo"  rispose il Signore. "Il figlio del re Uttanapada che è ora pienamente concentrato nel pensare a Me ha bloccato la respirazione universale ma ora io metterò fine alle rigide austerità di questo ragazzo e vi libererò da questa situazione".
Dopo aver rassicurato gli esseri celesti, il Signore salì sul dorso di Garuda che Lo trasportò nella foresta Madhuvana.
Quando la forma del Signore, splendente come la folgore, scomparve improvvisamente nel pensiero di Dhruva, il bambino aprì gli occhi e vide Dio presente in persona, così come lo aveva contemplato nel proprio cuore. Era così agitato che sebbene volesse offrire preghiere di glorificazione, la sua bocca rimaneva muta e cadde davanti a Lui, rigido come un bastone. Quando il Signore lo toccò con la Propria conchiglia, egli raggiunse la piena comprensione della Verità Assoluta.
Dhruva allora cantò le glorie del Signore e ammise la propria ignoranza. Anch'egli, come ogni sciocco, aveva desiderato ottenere ricchezza e potenza invece di comprendere che solo l'amore per Dio può dare la suprema benedizione, la liberazione dal ciclo di nascite e morti. Quando Dhruva ebbe finito la sua preghiera, il Signore, che è molto buono coi Suoi devoti, disse: "Mio caro Dhruva hai tenuto fede ai tuoi voti virtuosi. Sebbene il tuo desiderio sia molto ambizioso, Io lo esaudirò con la Mia grazia. Dopo che tuo padre sarà andato nella foresta e ti avrà lasciato il suo regno, tu governerai il mondo per trentaseimila anni e senza invecchiare. Poi andrai sulla Stella Polare che è un pianeta del mondo spirituale attorno al quale ruotano tutti gli altri pianeti e che continuerà ad esistere anche dopo la distruzione totale; da lì non dovrai più tornare indietro. Dhruva si preparò a tornare a casa. Egli aveva provato vergogna delle richieste materiali presenti nella sua mente quando il Signore gli era apparso. Ora si rendeva conto di essere stato influenzato dall'energia illusoria tanto da vedere il fratello come un nemico. Sebbene avesse incontrato la Persona Suprema che può recidere le catene dell'illusione, era rimasto legato ai suoi desideri materiali.
Quando seppe che Dhruva stava rientrando a casa, il re Uttanapada, ansioso di vederlo gli andò incontro con un grande seguito. L'incontro fu molto commovente e persino la regina Suruci benedisse il bambino tenendolo fra le braccia.
In seguito Dhruva visse con suo padre nel palazzo reale, le cui pareti erano ornate di pietre preziose, i letti erano d'avorio e i materassi e le lenzuola bianche come la schiuma del latte. Scale di smeraldo conducevano a laghi pieni di fiori di loto variamente colorati e popolati da animali di sogno, bianchi cigni, gru e altri uccelli pregiati. Quando il re Uttanapada vide che Dhruva era pronto ad assumere il governo del regno, si distaccò dagli affari del mondo e andò nella foresta.
Dhruva allora si sposò ed ebbe diversi figli. Come il Signore aveva predetto, Uttama morì ucciso da un demone Yaksa, durante una battuta di caccia sull'Himalaya e Suruci, impazzita dal dolore per la morte del figlio, fu divorata dall'incendio di una foresta in fiamme.
Allora Dhruva, furibondo, attaccò gli Yaksa che esibirono tutta la loro abilità nell'arte militare. Ma Dhruva, sebbene investito da una pioggia incessante di armi micidiali, tanto da far temere che egli fosse ormai perduto, riuscì con grande determinazione a sconfiggere i nemici. Gli Yaksa, però, hanno poteri magici incredibili e sanno fare apparire dal nulla immagini terrificanti, in grado di polverizzare il coraggio dei guerrieri più potenti e sicuri. Così il cielo si coprì di dense nuvole e lampi di elettricità splendevano qua e là, mentre una violenta pioggia cadeva incessantemente. Quella pioggia orribile portava con sé sangue, muco, escrementi, pus, urine e dal cielo cadevano anche tronchi umani. Poi una grande montagna fu visibile nello spazio e dall'alto iniziarono a cadere grandine, lance, mazze, spade, clave di ferro e grandi massi di pietra. Grandi serpenti con gli occhi di fuoco, avanzavano e minacciavano Dhruva, c'erano tigri ed elefanti impazziti. Era come se il mondo intero fosse giunto al momento della distruzione.
Però, i grandi saggi che conoscevano il potere magico degli Yaksa incoraggiarono Dhruva ricordandogli che il canto del Santo Nome del Signore è potente quanto il Signore stesso e può annientare ogni maleficio.
Infatti, quando Dhruva ebbe fissato al suo arco la freccia Narayanaastra, ogni illusione scomparve ed egli poté sconfiggere ogni avversario. Suo nonno però, Svayambhuva Manu, governatore dell'universo, lo distolse dal compiere una strage dicendogli: "Non è bene incollerirsi senza ragione, questa è la strada che porta a una vita infernale. Ora stai oltrepassando i limiti, uccidendo anche gli Yaksa che non sono colpevoli. Per l'offesa di uno Yaksa, ne hai uccisi altri che erano innocenti; questi atti sono proibiti soprattutto alle persone sante. Tu sei un puro devoto perciò sono stupito che tu ti sia assunto un compito così detestabile."







CANTO IV

Capitolo 11 Verso 20


na vai svapakso 'sya vipaksa eva va
parasya mrtyor visatah samam prajah
tam dhavamanam anudhavanty anisa
yatha rajamsy anilam bhutasanghah



TRADUZIONE

Dio, la Persona Suprema, nel Suo aspetto di tempo eterno, è presente nel mondo materiale e Si comporta in modo neutrale verso tutti. Nessuno è Suo alleato e nessuno è Suo nemico. Sotto il controllo dell'elemento tempo, ognuno gode e soffre dei risultati delle proprie attività interessate, ossia del karma. Come, al soffiare del vento, piccole particelle di polvere volano nel cielo, così secondo il proprio particolare karma si soffre o si gode della vita materiale.



SPIEGAZIONE

Benché Dio, la Persona Suprema, sia la causa originale di tutte le cause, non è responsabile delle sofferenze o delle gioie materiali di nessuno. Nel Signore Supremo non si trova una simile parzialità. Le persone meno intelligenti accusano il Signore di essere parziale sostenendo che questa è la ragione per cui nel mondo materiale una persona gode e un'altra soffre. Ma questo verso afferma categoricamente che da parte del Signore Supremo non c'è simile parzialità. Tuttavia gli esseri viventi non possono diventare indipendenti. Non appena dichiarano la loro indipendenza dal controllore supremo, sono immediatamente inviati in questo mondo materiale per cercare liberamente di far fortuna, per quanto è possibile. Il mondo materiale è destinato a questi esseri sviati, i quali creano il loro proprio karma (le attività interessate) e approfittando dell'elemento tempo, costruiscono la propria fortuna o la propria sfortuna. Tutti sono creati, sono mantenuti e saranno uccisi alla fine. Per quanto riguarda questi tre aspetti, il Signore è equanime verso tutti, e ciascuno soffre o gode in relazione al proprio karma. La posizione superiore o inferiore di ogni essere vivente, le sue sofferenze e il suo piacere sono dovute al karma individuale. A questo proposito la parola esatta nel verso è anisah che significa "dipendente dal proprio karma." Per esempio, il governo dà a tutti la possibilità di agire e dirigere nell'ambito dello Stato, ma per la propria scelta l'essere vivente si crea una situazione che lo obbliga a vivere a differenti livelli di coscienza. Esaminiamo il paragone contenuto nel verso: il vento soffia, portando con sé granelli di polvere che turbinano nell'aria, sopraggiungono poi fulmini e torrenti di pioggia; così la stagione delle piogge crea le varie situazioni nella foresta. Dio è molto buono  Egli dà a tutti uguali possibilità , ma a causa delle azioni risultanti dal proprio karma si soffre o si gode in questo mondo materiale.

* * *

Dhruva allora calmò la sua collera e gli esseri celesti approvarono il suo comportamento. Kuvera, il tesoriere degli dei disse: "In realtà non sei tu che hai ucciso gli Yaksa, né loro hanno ucciso tuo fratello perché la causa prima di ogni generazione e distruzione è il tempo eterno che è un aspetto del Signore Supremo. Noi non siamo il nostro corpo, ed è questa errata concezione del corpo come vero sé che ci costringe al continuo peregrinare nell'esistenza materiale. Ora impegnati pienamente nel servizio d'amore al Signore e liberati dalle trappole dell'esistenza materiale. Io ti concederò qualunque benedizione tu desideri da me."
Dhruva, che era un devoto molto puro, pregò di poter mantenere sempre una fede incrollabile nel Signore, di ricordarsi sempre di Lui e di non dimenticarLo mai. Quindi Dhruva, che aveva ormai raggiunto il dominio del sé, trascorse moltissimi anni compiendo solo attività favorevoli. Poi affidò il regno a suo figlio e si recò nella foresta dell'Himalaya a Badarikasrama; là, concentrando la mente sull'arcavigraha  la copia perfetta del Signore  entrò in perfetto samadhi e si liberò da ogni legame materiale. Non appena si manifestarono in lui i sintomi della liberazione, egli vide un meraviglioso aeroplano scendere dal cielo, e Nanda e Sananda, due intimi servitori del Signore lo invitarono a salire per raggiungere la sua destinazione finale. Incurante della morte che si avvicinava, Dhruva mise un piede sulla sua testa per aiutarsi a salire. Seduto sull'aeroplano, che era grande come un palazzo, egli ricordò con affetto la madre Suniti, che per prima lo aveva guidato sulla via del servizio devozionale. Nanda e Sunanda lessero i suoi pensieri e gli mostrarono Suniti che stava viaggiando su un altro aeroplano. Così Dhruva Maharaja superò i sistemi planetari conosciuti come saptarsi, e al di là di questa regione, raggiunse il pianeta dove vive Sri Visnu. Ascoltando la storia di Dhruva è possibile appagare tutti i desideri di ricchezza, fama e lunga vita, e cancellare inoltre le conseguenze degli atti colpevoli commessi nel corso dell'esistenza.
Chiunque ascolti la storia di Dhruva Maharaja e cerchi ripetutamente, con fede e devozione, di capirne il carattere puro, raggiunge la pura devozione e compie puro servizio devozionale.















I CONTRASTI E LE DISCORDIE CHE TRAVAGLIANO LA SOCIETA' UMANA
NASCONO PER MANCANZA DI PRINCI'PI FONDATI SULL'ESISTENZA DI DIO. DIO ESISTE ED E' ONNIPOTENTE. DA LUI TUTTO EMANA, DA LUI TUTTO E' SOSTENUTO, IN LUI TUTTO SI RIASSORBE AL TEMPO DELL'ANNIENTAMENTO.
ESISTE UNA FONTE ULTIMA DI TUTTO, ANCHE
SE LA SCIENZA NON HA
FATTO GLI SFORZI NECESSARI PER SCOPRIRLA. IL
MERAVIGLIOSO BHAGAVATAM, O SRIMADBHAGAVATAM, STUDIA QUESTA SORGENTE ULTIMA IN MODO RAZIONALE, CONVINCENTE E AUTOREVOLE.















MATRIMONIO COSCIENTE DI KRSNA

di JAGADISA DASA GOSVAMI

In molte discipline dello yoga non è permesso sposarsi, perché il celibato è parte della disciplina dello yoga, tuttavia il bhakti yoga, lo yoga della devozione, permette ai devoti che lo praticano di sposarsi, e attraverso il matrimonio i devoti si aiutano l'un l'altro ad avanzare nella vita spirituale.
Una persona che ha la moglie o il marito devoto avrà un grandissimo beneficio.
L'associazione con i devoti infatti è uno dei principi più importanti per avanzare nella coscienza di Krsna. Quando Sri Caitanya chiese a Ramananda Raya quale fosse la più grande sofferenza, egli rispose: la separazione dai devoti del Signore.
E' dunque una grande fortuna avere una moglie o un marito devoti perché questa persona ci aiuterà a diventare più attaccati a Krsna: questo è lo scopo del matrimonio per i bhaktiyogi.
Normalmente i materialisti si sposano per trovare un po' di felicità materiale ma per i trascendentalisti il matrimonio ha uno scopo diverso. Ci sarà anche una certa felicità materiale, lo speriamo, ma più di questo ed oltre a questo ci sarà l'opportunità per l'avanzamento spirituale. L'associazione con i devoti ci aiuta a rendere spirituale la nostra vita. Vogliamo essere in grado di pensare sempre a Sri Krsna, perciò la nostra casa deve diventare un asrama.
L'asrama è il posto in cui si compiono attività religiose, quindi la persona cosciente di Krsna trasforma in asrama la propria casa, organizzandola in modo tale che ci si possa sempre ricordare di Krsna.
Tutto ciò che i membri della famiglia fanno deve essere compiuto per il piacere di Krsna, perché Krsna deve essere visto come il vero padrone di casa, e tutti gli altri sono i suoi servitori. In questo modo la casa diventa come Vaikuntha, il mondo spirituale.
C'è una storia interessante di uno dei nostri acarya precedenti che riguarda dei consigli che egli diede a una coppia appena sposata. Un giovane che era suo discepolo una volta andò a casa e quando tornò dal suo maestro aveva una moglie, anch'essa devota. Il giovane chiese al suo guru come prendersi cura in modo adeguato di questa responsabilità, e il maestro spirituale, che era Srila Gaurakisora dasa Babaji, gli ordinò di capire che sua moglie era proprietà di Krsna, non apparteneva a lui, e come devota di Krsna avrebbe sempre dovuto trattarla con rispetto. A conferma di ciò Gaurakisora dasa Babaji disse che il marito doveva prendere i resti che avanzavano nel piatto della moglie, perché prendere i resti del prasadam di un vaisnava è una pratica purificante.
Possiamo quindi capire da queste istruzioni di Gaurakisora dasa Babaji Maharaja che ci deve essere un grande rispetto reciproco tra moglie e marito. Alcune persone pensano che la moglie diventi un possedimento del marito e che lui possa trattarla come gli pare e lei non possa dire niente, ma questa non è la nostra concezione del matrimonio in coscienza di Krsna.
Al contrario, la cultura vedica insegna come rispettare gli altri; per esempio ad ogni uomo viene consigliato di trattare tutte le donne, eccetto la propria moglie, come la propria madre, e naturalmente la madre si tratta con molto rispetto. In questo modo se impariamo a rispettarci l'un l'altro vivremo felici insieme.
Naturalmente ci sono doveri differenti per l'uomo e per la donna. La donna ha il dovere di portare in grembo il bambino, di nutrirlo e di farlo crescere, e il marito ha la responsabilità di mantenere gli altri membri della famiglia.
A volte però c'è la possibilità, in certi casi, che questi ruoli si scambino, ma anche se fra uomo e donna ci sono ruoli diversi deve esistere una buona cooperazione.
Uno dei voti che vengono presi al momento del matrimonio è che non ci dovrà mai essere separazione o divorzio. Perché? Non perché vogliamo torturare qualcuno che è in una situazione difficile ma perché vogliamo che i devoti pensino molto attentamente prima di sposarsi sul fatto che dopo dovranno collaborare insieme. Quando si è single, quando si vive da soli, si deve pensare solo a se stessi quando si organizza cosa fare e cosa non fare, ma quando ci si sposa si deve iniziare a pensare per due persone, e dopo quando verranno i bambini si pensa per ancora più persone. In realtà la vita umana è fatta per essere usata al servizio degli altri: bisogna servire la famiglia, la comunità, la società, ma prima di tutti bisogna servire il Signore, Sri Krsna.
Il Signore deve essere il centro nella vita di famiglia; nella casa di ogni uomo di famiglia responsabile ci sarà un bellissimo altare e Sri Krsna verrà adorato come padrone di casa. Ogni mattina il capofamiglia e tutti gli abitanti della casa dovranno andare ad offrire i loro omaggi al padrone di casa, e lo stesso dovrebbero fare prima di riposare alla sera. Durante il giorno i grhastha dovrebbero sempre ricordare per chi stanno lavorando. La nostra vita è dedicata al servizio di Krsna, e la vita di famiglia è un altro tipo di servizio devozionale, non è una vacanza dal servizio devozionale.
C'è differenza fra grhastha e grhamedhi. Grhastha è la persona la cui casa è un asrama, mentre il grhamedhi è colui che abita in un posto dedicato alla gratificazione dei sensi.
Quindi noi siamo servitori di Dio, questo è il bhaktiyoga, e un bhaktiyogi serio deve seguire questo principio con molta attenzione. Come ha spiegato Srila Prabhupada nella Bhagavad gita, ci sono quattro tipi di attività che vengono svolte dalla famiglia insieme: adorare le Divinità, leggere le Sacre Scritture, cantare i Santi Nomi del Signore e prendere prasadam. Quando i membri della famiglia svolgono insieme queste attività devozionali c'è una buona speranza che ci sia felicità in famiglia. Quando la vita familiare è condotta in modo appropriato, si può essere tanto coscienti di Krsna in casa quanto il sannyasi che vive nella foresta.
Srila Bhaktivinoda Thakura ha scritto una canzone che dice che un devoto sincero può vivere a casa o nella foresta, per lui è lo stesso.
Tutti vogliono che i devoti che si sposano vivano felici nella vita di famiglia, felici perché coscienti di Krsna. Avete le benedizioni di molti vaisnava per una vita felice e cosciente di Krsna insieme.















L'OSSERVATORE
VEDICO

Commenti a fatti e avvenimenti del nostro tempo a cura di Goura Krsna dasa  Giorgio Cerquetti



CANCRO E TELEVISIONE

Un lettore di Livorno, Vincenzo Bongiorno, mi ha fatto arrivare una interessante documentazione "La televisione emette dei raggi X cancerogeni" curata dalla dottoressa americana Virginia Vetrano. Lo ringrazio e colgo l'occasione per presentarvi alcuni punti di riflessione e discussione ricavati dalla lunga e documentata dissertazione scientifica.
Il punto è che l'apparecchio televisivo, una volta acceso, emette dei raggi invisibili che i nostri organi di senso non possono distinguere, non hanno odore o gusto ma sono silenziosamente pericolosi ed eventualmente mortali. Inoltre non danno preavvisi per informarci dei loro danni in accumulo, possono anche passare venticinque anni perché i loro malefici effetti latenti si manifestino in modo visibile e irreversibile. Le nuove generazioni, molto attratte dalla tv e dai videogiochi, sono le più esposte ai danni genetici prodotti dal continuo assorbimento dei raggi X televisivi. Forse verrà dato all'opinione pubblica l'allarme quando per molti sarà ormai troppo tardi. Nella nostra bella società sfortunatamente è già successo che venissero immessi sul mercato prodotti dannosi per la salute dei consumatori, il ritiro di tali articoli è sempre stato subordinato al danno evidente causato a molte persone, utilizzate senza scrupolo come cavie.
Il progresso fantomatico benefattore dell'umanità miete troppe vittime per continuare ad essere ancora chiamato progresso.
Milioni di bambini videodipendenti rischiano non solo la salute mentale, visto il carattere violento e diseducativo di molti programmi, ma anche quella fisica. Che i raggi X possano causare cancro e leucemia è cosa risaputa tra i costruttori di apparecchi televisivi.
Purtroppo gli interessi commerciali troppo spesso impongono alla gente leggi speciali. Il dottor Emile Grubbé, che era il più grande esperto in radiazioni, prima di morire nel 1960 rilasciò una profetica intervista al giornalista Paul Neimark. Grubbé spiegò che il tubo catodico del televisore è un apparecchio a raggi X. "Queste radiazioni sono decisamente nocive dopo un certo numero di anni, quindi è pericoloso sedersi quotidianamente davanti il televisore, senza protezione, per vent'anni. Molti scienziati parlano dei rischi dovuti alle ricadute radioattive delle esposizioni atomiche ma omettono, forse involontariamente, di denunciare che la radiazione della tv è una sorgente addizionale di raggi ionizzanti. La somma totale di radiazioni che un individuo riceve può così raggiungere proporzioni cumulative serie. Un individuo normale riceve la ricaduta dei test nucleari (esposizioni atomiche o reattori tipo Chernobyl) più i raggi X delle visite mediche, più i raggi cosmici naturali presenti nell'aria e nello spazio. Se a questo assorbimento involontario aggiungete tre o quattro ore quotidiane di tv ed apparecchi simili avrete un sicuro candidato al cancro".
Se ci si siederà lontano dallo schermo sarà minore la dose di radiazioni perché l'intensità dei raggi X decresce proporzionalmente al quadrato della distanza dalla fonte.
Ridurre l'intensità non elimina il pericolo ma lo attenua, purtroppo per mancanza o per abitudine milioni di bambini stanno letteralmente "incollati "al televisore. Se è vero che non tutti i telespettatori sono condannati sicuramente a morire di cancro è indiscutibile che la dose totale di radiazioni ricevute nel corso della vita danneggerà il patrimonio genetico dell'organismo al punto da accorciare l'esistenza biologica del corpo e indebolire sensibilmente la progenie futura. Stiamo parlando di danni che saranno macroscopicamente evidenti tra decine di anni. Questo è un discorso simile all'inquinamento atmosferico, quando l'opinione pubblica se ne accorgerà sarà forse troppo tardi. Il corpo non riesce a neutralizzare l'effetto negativo delle radiazioni, passivamente le accumula, finché la dose accumulata diventa eccessiva ed insopportabile e sfocia facilmente in uno stato traumatico degenerativo di tipo cancerogeno, con tempi ed effetti diversi da un corpo all'altro. Ad ogni modo, che il cancro si produca o no l'assorbimento quotidiano di radiazioni è nocivo ed indebolisce il sistema immunitario del corpo già duramente messo alla prova dall'inquinamento.
A questo punto una richiesta è legittima, perché non producono apparecchi sicuri?
Grubbé consigliava una schermatura dell'apparecchio con uno strato di piombo ed una copertura dello schermo con vetro di piombo. Dieci anni fa una forte campagna contro i coloranti e gli additivi alimentari riuscì a convincere molte aziende della validità della proposta, tanto che oggi molti prodotti vengono reclamizzati con la dicitura "senza coloranti e conservanti".
A quando il televisore innocuo?
Lo scopo di questo mio intervento non è spaventare ma offrire argomenti di riflessione, vale proprio la pena di rischiare la salute per guardare dei programmi che spesso sono veramente brutti e noiosi?















PASTICCERIA VEGETARIANA
di PARAMA KARUNA DEVI DASI (II parte)



FROLLINI

Preparate lo zucchero: se usate lo zucchero integrale dovete passarlo al macinaspezie per farlo diventare "al velo", altrimenti non si scioglie nell'impasto. Per una tazza di zucchero aggiungete tre tazze di farina (bianca, integrale setacciata, o semi integrale). A parte lasciate ammorbidire a temperatura ambiente un panetto di burro. Per un chilo di farina calcolate circa mezzo chilo di burro. Cominciate a lavorare il burro con un cucchiaio di legno, aggiungendo man mano la miscela farinazucchero. Quando l'impasto si fa più consistente, versatelo sul piano di lavoro e impastatelo con le mani, finché non assorbe più farina. La pasta deve comunque rimanere abbastanza morbida e compatta. Lasciate riposare per qualche minuto, poi stendete con il mattarello e ritagliate le formine. Questo impasto (che non contiene acqua, latte o lievito) resiste benissimo in frigorifero o in freezer, e può essere utilizzato in ogni momento.
I frollini e i biscotti si cuociono naturalmente in forno, su una placca o una teglia a bordi bassi, 180 gradi per circa 15 minuti (secondo il tipo, a volte anche meno). Per i frollini, il colore dev'essere appena appena giallino, anche perché continuano a cuocere ancora per qualche minuto sulla teglia calda. Toglieteli dalla teglia, o dalla placca da forno, soltanto quando si sono raffreddati a sufficienza, altrimenti si spezzano e si sbriciolano. Per variare, potete aggiungere all'impasto dei frollini, cocco grattugiato, frutta secca macinata, scorza di limone, uvette, zenzero in polvere, e così via.







CHARLOTTES

Con i biscotti fatti con la pasta lievitata si possono preparare le "Charlottes". Foderate uno stampo con i biscotti, dopo averli spruzzati con un po' di latte o di succo di arancia. Preparate una crema con 300 gr. di ricotta, 100 gr. di panna montata, 100 gr. di zucchero o miele, 100 gr. di canditi di frutta e 100 gr. di noci a pezzetti. Preparate anche un budino, tipo crema pasticcera, seguendo la ricetta base. Mettete a strati i biscotti, sempre inumiditi, la crema di formaggio, biscotti, la crema pasticcera, eccetera. Mettete in frigorifero per un paio d'ore, poi capovolgete la forma e guarnite con panna montata.







CROSTATA

Preparate la pasta frolla impastando 120 gr. di farina, 50 gr. di zucchero, un cucchiaino di lievito per dolci, 70 gr. di burro, un po' di scorzetta di limone, un pizzico di sale e un cucchiaio di latte. Stendete nella teglia l'impasto alto circa 1 cm. Potete cuocerlo da solo, dopo averlo punzecchiato ben bene, e quando è cotto (appena appena dorato) lasciatelo
intiepidire e poi disponete la frutta fresca. Lucidate con un cucchiaio di marmellata di albicocche o di gelatina di mele sciolte con qualche goccia di acqua o succo di limone. Se invece volete una di quelle crostate con la grata di pasta sopra, dovete far cuocere la base per 10 minuti, poi stendervi la marmellata di frutta (deve essere un po' consistente, magari
fatta da voi con una base di mele), e la gratella di strisce di pasta incrociate. Poi infilatela di nuovo in forno per altri 10 minuti. La temperatura è 180 gradi per circa 20 minuti totali.







PASTA MEZZA SFOGLIA

Questa pasta può sostituire vantaggiosamente la pasta sfoglia, lunga e impegnativa da preparare, per molte ricette. E' estremamente versatile, e può servire sia per dolci che per salati. Ecco la ricetta di base.
Preparate 200 gr. di burro ammorbiditi a temperatura ambiente, e stemperateli in 500 gr. circa di farina leggermente insaporita con un pizzico di sale. Lavorate bene la farina e il burro con la punta delle dita, senza impastarli con le mani, poi aggiungete poco alla volta dell'acqua ben fredda, mescolando con un cucchiaio di legno. Non lavorate la pasta con le mani, altrimenti il burro si scioglie e la pasta diventa molle e pesante. Quando avrete ottenuto una pasta ben soda, raccoglietela con le mani e fatene una palla. Mettetela a riposare in frigorifero per circa mezz'ora. Usatela a sfoglia sottile (due o tre millimetri al massimo) per dolci e salati. La pasta mezza sfoglia non gonfia molto, ma se la cuocete senza nessun ripieno è opportuno bucare il fondo con una forchetta in modo che non si formino bolle d'aria.
Tempo di preparazione: 10 minuti più 20 minuti circa di cottura in forno a 180 gradi. Il tempo di cottura può essere inferiore se la pezzatura dei dolci è piccola.







TARTELLETTE

Se avete quelle piccole formine per tartellette potrete foderarle con uno strato sottile di pasta mezza sfoglia, e farle cuocere vuote per circa 10 minuti. Non ungete né infarinate gli stampini. Quando le tartellette cotte si saranno raffreddate, si staccheranno molto facilmente. Riempitele con un velo di crema "pasticcera" senza uova, poi con frutta fresca, oppure con crema di ricotta e frutta secca, e così via.







CREMA PASTICCERA SENZA UOVA

Mettete a sciogliere 100 gr. di burro o margarina vegetale a fuoco dolce, aggiungete 50 gr. circa di amido di mais, e lasciatelo insaporire finché forma una schiuma. Aggiungete una bustina di preparato per budino, mescolando bene, spegnete il fuoco, e aggiungete sempre mescolando mezzo litro di latte, preferibilmente intero. Dopo aver stemperato bene il latte, se la crema è troppo liquida, rimettete sul fuoco a fiamma dolce, mescolando per due o tre minuti. Aggiungete, se necessario, un cucchiaio di zucchero, vaniglia, scorza di limone o aromi per dolci. Raffreddandosi, questa crema si raddensa ancora.







GLASSA

Per le torte e i pasticcini, la glassa più semplice si ottiene stemperando poche gocce di succo di limone, acqua, succo di frutta o sciroppo, nello zucchero a velo finché non avrete la consistenza di una pastella molto densa. Spalmatela, o lasciatela gocciolare, sul dolce, e fate asciugare.







DATTERI IN SFOGLIA

Preparate una pasta mezza sfoglia come da ricetta base, stendetela sul piano di lavoro e ritagliatene tanti rettangolini di circa 5 per 7 centimetri. Snocciolate i datteri, e in ognuno di essi infilate una mandorla spellata. Appoggiate ogni dattero in un rettangolino, chiudete bene "a pacchettino", e poi cuocete in forno. Quando sono freddi, spolverate di zucchero a velo o versatevi qualche goccia di miele. Poi deponete delicatamente ogni dattero ricoperto in un pirottino di carta.







APPLE PIE

Sempre con la pasta mezza sfoglia, potete preparare le famosissime "pies" americane. Foderate una teglia con una sfoglia sottile di pasta (due millimetri circa), poi disponetevi uno strato piuttosto alto di fettine di mele, spolverate di farina o amido di mais, zucchero e cannella. Se volete potete aggiungere qualche fiocchetto di burro, oppure un cucchiaio di mirtilli, o uvetta. Coprite con un altro disco di pasta, saldate bene i bordi, punzecchiate la superficie per far uscire il vapore, e fate cuocere in forno a 180 gradi per circa mezz'ora, o finché la superficie non comincia a colorirsi. Estraete la torta, lasciatela raffreddare, sformatela e servitela tiepida con panna liquida o fredda con panna montata.















La Ricetta Sembrava Buona, Le Scimmie La Adorano,
Ma Può Darsi Che Alcuni Scienziati Debbano Rimangiarsi Tante Parole Bizzarre

IL BRODO
ANCESTRALE DELL'ALFABETO

di SADAPUTA DASA



"Trentotto anni fa, quello che sicuramente rimane il più grande mistero per gli scienziati, l'origine della vita, sembrò virtualmente risolto con un semplice, singolare esperimento." Così la rivista Scientific American comincia una rassegna di teorie sull'origine della vita, nell'edizione dello scorso Febbraio 1991. Il semplice esperimento di cui si è detto, compiuto da un certo Stanley Miller, studente dell'Università di Chicago, consistette nel sistemare una mistura di metano, ammoniaca, idrogeno e acqua in un recipiente di vetro, precedentemente predisposto in maniera tale da essere isolato dall'atmosfera esterna. Si sottopose il recipiente a scariche elettriche ed il risultato non fu altro che una specie di "brodo" contenente alcuni amminoacidi, che sono i componenti fondamentali delle proteine di cui sono formati gli organismi viventi.
A Miller sembrò di avere ravvicinato questo "brodo ancestrale" di acqua e biomolecole, al vero primo organismo vivente che sia mai esistito. E da quel giorno, molti studenti di scienze naturali, nelle varie Università, sono stati indotti a pensare che la scienza avesse spiegato l'origine della vita. Non solo, molti di loro sono veramente convinti che la vita stessa fosse stata effettivamente ricreata in una provetta. Sfortunatamente, come l'articolo di Scientific American puntualizza, gli scienziati sono ancora lontani dal comprendere l'origine della vita.
Prima di tutto si è stabilito che le condizioni del nostro pianeta ai suoi primordi non erano così favorevoli alla formazione di aminoacidi. L'esperimento di Miller presupponeva un'atmosfera di diametro ridotto, ricca di gas idrogenati, come metano e ammoniaca. Ma, alcuni sostengono, l'atmosfera primordiale terrestre consisteva essenzialmente di nitrogeno (ione dell'azoto. n.d.t.) e di ossido di carbonio, non erano quindi presenti quelle materie prime componenti gli aminoacidi ed altre biomolecole. Si può solamente presumere a cosa somigliasse realmente la Tetra miliardi di anni fa, e ciò che si presume può e non può essere in accordo con la teoria di Miller. Supponiamo, per amor di polemica, che gli aminoacidi si siano realmente formati sulla Terra primordiale, e supponiamo perfino che essi si siano anche agglomerati con altre semplici biomolecole senza subire modificazioni distruttive, o senza che agenti esterni abbiano disperso il tutto. Sorgerebbe per noi un altro quesito: anche se le leggi chimiche possono permettere che si formino organismi viventi primitivi, queste stesse leggi non garantiscono la successiva formazione di forme più evolute di bioorganizzazione, proprie invece degli organismi viventi di classi elevate. Si può illustrare questo principio con un semplice esempio. Tutti noi conosciamo la barzelletta della scimmia che, battendo a casaccio i tasti di una macchina da scrivere scrive un'opera di Shakespeare.
Se delle scimmie battono a casaccio i tasti di una macchina da scrivere hanno in realtà pochissime probabilità di scrivere qualcosa in lingua italiana, se non parole come "il" o "di". Ma possiamo migliorare il rendimento di queste scimmie introducendo una semplice regola. Ecco come: se una scimmia ha battuto le lettere "NO" occorre che la lettera successiva sia adatta a formare una parola italiana che contenga le lettere "NO". Per esempio, la lettera successiva potrebbe essere "N" e formare i termine "NON", o potrebbe essere anche "D" dal momento che "NOD" compare nella parola "NODO". Non si potrebbero usare "Q" o "X" dal momento che "NOQ" e "NOX" non fanno parte della lingua italiana. Sulla base di questa regola, la scimmia in questione dovrà scegliere sempre, ovviamente a caso, una lettera che, possa seguire le ultime due lettere appena battute ed avere un reale significato in italiano.
Un'altra fase del nostro esperimento è questa: istruiamo una scimmia che quanto più spesso una lettera appare dopo le prime due che ha appena battute, tanto più spesso la scimmia dovrà usarle; per esempio, "N" seguira "NO" più spesso di "O" (poiché nella lingua italiana ci sono più parole composte da "NON" che quelle composte da "NOO) quindi la scimmia ha più probabilità di scegliere "N" rispetto a "O". Supponiamo di addestrare questa scimmia, per finire, all'uso di punteggiature e di sintassi assieme alle lettere dell'alfabeto italiano.
Si può paragonare la precedente regola ad una imitazione dei legami chimici. Una "N" o una "D" possono legarsi a "NO" e "Q" e "X" no. (Questo per spiegare che secondo la teoria degli elementi, in Chimica Generale, gli elementi di carica positiva non possono legarsi agli elementi di carica negativa e viceversa. n.d.t.) Lasciare che la scimmia digiti sequenze di lettere, seguendo la precedente regola è paragonabile al processo secondo il quale alcune molecole si fondono in un brodo primordiale in accordo alle leggi dei legami chimici.
Io stesso ho compilato una tabella di possibili combinazioni di tre lettere in lingua italiana (dette "triplette" o "triadi" verbali. n.d.t.), con l'ausilio di un computer. Successivamente ho programmato il computer a generare sequenze di lettere, in base alla regola di prima; chiamo queste sequenze di lettere "sentenze" anche se esse non sono generalmente correttamente punteggiate; ecco un esempio:
"Ai locali lere cora sadae a tar no ma dove ireler nel cielo altari volumi sel via lattea" (privo di senso. n.d.t.)
Evoluzionisti, questo sembra essere promettente: il computerscimmia sembra generare molte parole italiane e anche alcune di queste parole sembrano possedere una mera ombra di significato. Qualcuno potrebbe immaginare che tramite dei passi evolutivi nella programmazione, il computer possa persino generare dei pensieri profondi in una impeccabile grammatica e sintassi italiana. Ma sfortunatamente se leggiamo qualche passo di questi sproloqui non troveremo segni tangibili di un emergente ordine più complesso. Possiamo trovare parole appartenenti alla lingua italiana peraltro brevi, spesso correlate all'astronomia, dal momento che è quello l'argomento trattato dal computer nel suo tentativo di legare tra di loro le lettere del mio articolo. Ma non c'è alcun segno di alcun ordine più complesso, necessario per una espressione sufficientemente grammaticale del pensiero.
La Chimica biologica (chimica dei derivati organici del Carbonio C. n.d t.) ci pone di fronte ad un simile problema: attraverso leggi di combinazioni chimiche, alcuni atomi di idrogeno, ossigeno, carbonio, uniti al nitrogeno (formula chimica NH+/forma ionica dell'azoto Nelemento che non esiste allo stato naturale ma è bensì frutto di uno stato "allotropico". n.d.t.) tendono a formare amminoacidi e composti simili in adeguate condizioni; naturalmente la regola che ho usato per generare sequenze di lettere non tiene in considerazione la teoria di Darwin basata sulle mutazioni e sulla selezione naturale. Molti scienziati vedono tale processo come essenziale per lo sviluppo di un ordine naturale che porti ad una organizzazione (degli esseri viventi) più complessa. Così, non c'è da sorprenderci, qualcuno può dire che il nostro semplice giochetto di lettere non è da prendersi in considerazione come legge naturale. E quindi anche la nostra teoria delle combinazioni molecolari può essere errata. Ma la formazione di biomolecole tramite la loro combinazione in un brodo primordiale non coinvolge necessariamente la teoria darwiniana sull'evoluzione. L'evoluzione di Darwin presuppone un sistema di autoriproduzione della molecola. Certamente uno dei maggiori sforzi teorici sull'origine della vita è lo stabilire in che modo il primo sistema di autoriproduzione sia sorto dal nulla. Negli organismi viventi, l'autoriproduzione è un procedimento altamente complesso che coinvolge proteine, acido desossiribonucleico (DNA) e acido ribonucleico (RNA). Se l'evoluzione Darwiniana non può iniziare prima che un tale complesso sistema sia operante, gli scienziati sono ad un punto morto dovendo spiegare come quel sistema complesso sia venuto fuori dal nulla. La loro unica speranza è stata quella di supporre che il primo sistema autoriproduttivo sia stato molto più semplice di quello della più elementare delle attuali cellule viventi.
Se in qualche maniera una singola molecola può riprodurre se stessa in condizioni favorevoli, allora forse può evolversi, svilupparsi, unirsi in coesione con altre forme molecolari e finalmente dare adito al tipo di organismi complessi oggi viventi.
Uno degli scenari più famosi in cui una cellula si potrebbe riprodurre è il cosiddetto "mondo RNA"; l'idea teorizzata è che una molecola di RNA (acido ribonucleico) possa essere capace di catalizzare la propria cellula autoriprodotta, dandole maggiori proprietà di evolvere secondo la teoria Darwiniana. E' stato dimostrato che molecole di RNA possono agire come enzimi che interagiscono su altre molecole di RNA. Manfred Eigen, dell'istituto Max Planck, ha dimostrato che alcune molecole di RNA, riprodottesi sotto l'influenza di enzimi cellulari recentemente sintetizzati, possono far iniziare un processo di evoluzione di tipo Darwiniano. Ma anche i modelli di "mondo RNA" presentano i loro problemi. Uno è che l'RNA non si sia potuto formare nelle condizioni previta della Terra primordiale.
Un altro problema è che l'RNA non può riprodursi spontaneamente in laboratorio, ma solo con grandi sforzi da parte degli sperimentatori (la autoduplicazione dell'RNA può avvenire in laboratorio, ma non si sa se sia possibile nel mondo esterno) per mancanza di condizioni di assoluta stabilità chimica e assenza di forze estranee e di particelle. Ma anche se fosse vero, anche se una molecola autoriproducente (anche non necessariamente RNA) fosse comparsa sulla Terra primordiale, in che cosa possiamo aspettarci che essa si sia evoluta?
Per esperimento ho introdotto l'evoluzionismo (Darwiniano) sul giochetto di prima fatto al computer.
La teoria Darwiniana resiste sull'argomento della sopravvivenza della specie più sana, detto anche "selezione naturale".
Così ho definito la salute delle "sentenze" (vedi in precedenza) generate dal computer in base alla frequenza delle "triplette" della lingua italiana che si trovano in tali frasi. Se una "sentenza" ha frequenti "triplette" (come "are" o "ita") ha buona salute, e viceversa. Così, se noi rimpiazziamo delle "triplette" infrequenti o inesistenti con quelle più comuni (come "ita") possiamo incrementare lo stato di salute delle "sentenze".
Essenzialmente quanto più una sentenza assomiglia ad una frase reale in lingua italiana tanto più essa è sana. Io ne ho prese venti, ne ho usata una come "molecola primaria" e (in breve) modificandole ho cambiato in esse delle lettere; ogni duecento sentenze ne ho selezionata una e poco per volta si può vedere che la sentenza primaria si sta evolvendo, ma non verso qualcosa di significativo, sfortunatamente. Tale processo evolutivo non è semplicemente in grado di generare la complessità della attuale lingua italiana. Abbiamo sostituito le triple ler e tar con are e ita ed ecco come risulta a questo punto la sentenza "in evoluzione" del computer: "Ai locali aree cora sadae a ita no ma dove ireare nel cielo alitai volumi sel via lattea."
La mia opinione è questa: supponendo che delle molecole autoriproducentesi possano essere esistite sulla terra primordiale, come nell'esempio delle "sentenze", noi non possiamo stabilire la loro evoluzione. Non abbiamo in mano nulla di significativo. Queste molecole possono anche evolversi e crescere, ma non c'è ragione di pensare che si trasformino in biomolecole, vere e proprie cellule viventi. L'evoluzione molecolare deve avere qualcosa a che fare con quanto forte è il legame che la molecola ha intrinseco e quanto efficacemente la molecola stessa può catalizzare la propria riproduzione. Questo può essere realmente l'unico punto di forza della teoria dell'evoluzione Darwiniana. Ma non c'è alcun motivo valido di ritenere che qualcosa di nuovo possa essere generato tramite questa evoluzione biologica: le molecole possono riprodursi solo creando molecole simili e non c'è quindi alcuna ragione per pensare alla creazione di meccanismi riproduttivi basati su DNA, RNA, enzimi di nuova sintesi o qualsivoglia manipolazione del famoso codice genetico. Il mio esempio delle frequenze di lettere non è tanto per provare che tale meccanismo è comparabile alla legge chimica dell'origine della vita, quanto piuttosto illustrare alcuni ostacoli che simili teorie possono incontrare in termini chimici dal momento che tali discussioni sono puramente tecniche; ecco ancora i due principali ostacoli di cui avviamo discusso: 1) Le leggi (teoriche) naturali permettono, grazie ai legami chimici tra atomi, la formazione di semplici molecole biologiche, in speciali circostanze (come l'esperimento di Miller), ma non la creazione di sistemi biologici complessi in grado di svilupparsi e di riprodursi. 2) Se qualche ipotetica molecola fosse capace di colpo di cominciare a duplicarsi, si dovrebbe evolvere secondo la teoria di Darwin e secondo le circostanze esterne; ma nessuno ha dato una ragione solida per supporre che si sviluppino in altre forme differenti dalla propria.
E, naturalmente non è stato ancora dimostrato che la duplicazione molecolare prima della comparsa della vita sulla Terra sia mai accaduta. In questi trentotto anni dall'esperimento di Miller, gli scienziati hanno escogitato tante teorie sull'origine della vita, molte delle quali sono complicate, ma nessuna ha superato i principali ostacoli che vi si sono frapposti. Lo stesso Miller tende a disapprovare i teoretici e le loro futili speculazioni. Egli afferma che il campo delle origini della vita necessita di buoni esperimenti che dimostrino realmente come la vita è cominciata. Ma questi esperimenti non sono facili da realizzare: "mi vengono dodici idee al giorno" dice Miller, facendo una pausa di riflessione, e "di solito le scarto tutte".















IL MATERIALISMO
di BHAKTI ABHAY CARANA SWAMI

Il materialismo è come un'epidemia che ha messo sottosopra la nostra epoca, riempiendola di contraddizioni. Lo scopo della vita umana è conoscere la natura originale della nostra vera identità e porre fine alle inevitabili sofferenze di questo mondo. Vediamo invece con tristezza che le sofferenze stanno aumentando per l'ignoranza dell'uomo.
I materialisti non si interessano dello sviluppo interno della coscienza. Considerano la coscienza come la trasformazione ultima della materia, e la materia come l'unica realtà che esiste. Ma la coscienza è un attributo che trascende il mondo fenomenico e parla di per se stessa con una radice naturale primaria (originale) di esistenza permanente.
Tutti vogliono essere "originali" nel modo di pensare e di vivere, ma ciò che non sappiamo è che siamo già "originali" come costituzione ma l'abbiamo dimenticato per una amnesia sofferta al momento della nascita.
In base alle informazioni presentate nelle Scritture vediche, tutti gli esseri viventi stanno imitando un modello originale di esistenza spirituale, in questo mondo che riflette la realtà originale. Conoscere la vera natura delle cose ci permetterà di recuperare la coscienza originale. Scoprire e dissotterrare la nostra vera identità è imprescindibile per poter penetrare la realtà suprema.
Secondo la Bhagavadgita 2.20, la nostra natura è eterna. Ma abbiamo memoria dell'eterno nel gioco temporaneo dell'illusione. Dobbiamo essere riscattati con urgenza da questa situazione. Dobbiamo capire che siamo liberi e che possiamo e decidere scegliere il nostro destino. Gli spiritualisti non danno importanza allo sviluppo esterno perché sanno che troverà la propria dimensione parallelamente allo sviluppo interno. Nelle presenti circostanze, perché l'essere umano possa sopravvivere come tale, deve trasformare sostanzialmente il modo di pensare e di comportarsi. Non si può costruire qualcosa di solido sulle macerie di un sistema sbagliato. Sopravvivenza significa conservare lo stato di coscienza originale (spirituale) all'interno del mondo materiale. La civilizzazione materialista ha creato uno stato di frustrazione nell'essere umano che non può soddisfare le necessità spirituali. La coscienza materialista è uno stato anomalo della natura spirituale dell'anima. Fra tutti gli esseri viventi, l'essere umano è l'unico che abbia la capacità potenziale di conoscere la verità, ed è anche l'unico capace di liberarsi da tutte le situazioni di conflitto create dall'energia illusoria materiale.



LA NUOVA ERA

Si dice che ci troviamo agli albori di una nuova era ma, fino a questo momento, ben poco possiamo trovare nella nuova era che non sia radicato nel consumismo. Tutto il mondo è già portatore del virus consumista, e anche se l'aspetto esterno rispetto al modo di vivere possa apparire diverso, la coscienza interna riferita alla struttura mentale sfruttatrice, è sempre la stessa inconfondibile in tutti coloro che sono nati nell'era industriale. Certamente, malgrado sintomi evidenti di anemia spirituale, in modo sempre più intenso si sente un impulso disperato  e allo stesso tempo pieno di speranza  di sopravvivenza che muove la coscienza sterilizzata e meccanizzata dell'uomo verso regioni ancora vergini della sua interiorità (come essere spirituale) in cerca di qualche indizio di coerenza che lo aiuti a penetrare la comprensione della propria esistenza e natura originale. In questo senso il fenomeno della nuova era potrebbe essere l'embrione di un movimento di protezione di fronte ai postulati tradizionali di antropocentrismo e egocentrismo progressista.
Ma al di sopra di qualsiasi previsione o critica, nella sindrome della nuova era si apprezza in qualche modo la tendenza abbastanza unificata di considerare la coscienza come il fattore chiave affinché l'uomo scopra la propria vera dimensione, il che potrebbe contribuire in modo positivo a riscattarlo definitivamente dallo stato condizionato in cui si trova attualmente.
Una nuova era, nella quale la libertà dell'amore si sostituirebbe alle restrizioni della paura, è già stata annunciata nel secolo XII dal monaco calabrese Gioacchino di Fiore; in questa nuova era si sarebbe dissolta la Chiesa e le altre istituzioni del potere e sarebbe emersa una spiritualità libera e universale. Tale cambiamento avrebbe segnato un prima e un dopo nell'umanità paragonabile soltanto alla scoperta del fuoco o dell'agricoltura.



LA NUOVA COSCIENZA

I politici ci parlano del "nuovo ordine internazionale", del "nuovo ordine economico" della "nuova strategia militare", ecc. mentre alcuni sopravvissuti all'era industriale, che si stanno svegliando, si appassionano parlando della nuova coscienza, del nuovo paradigma.
Niente di nuovo ci può essere nel mondo delle apparenze, dei riflessi. Come dice il proverbio: "non c'è niente di nuovo sotto il sole". Ciò che è veramente nuovo non può fluire dal seno di ciò che è vecchio. Il tempo invecchia tutto. Il nuovo può verificarsi soltanto fuori dal tempo. La coscienza è la qualità intrinseca dell'anima come sostanza. Non è né vecchia né nuova nel senso tradizionale, perché in se stessa la coscienza non dipende dal tempo. E' sempre la stessa, manifestata in due stati: puro o contaminato.
E' chiamato paradigma qualcosa che si prende come modello o come alternativa, una struttura di credenze, un modo di intendere le cose condiviso dalla comunità.
Il giusto modo di capire le cose funziona in proporzione diretta alla comprensione che si ha della vera natura dell'essere: aham brahmasmi  io sono spirito. Siamo particelle (anime) spirituali che fanno parte del tutto (atman) o Anima Suprema. La funzione della parte è servire il tutto.
Nel caso presente, il paradigma originale è ciò che siamo tenuti a fare eternamente, sanatanadharma.
Il mondo in cui viviamo non è originale, è una creazione dell'energia materiale e del tempo. Una coscienza vincolata a questa creazione ripetitiva e relativa non può essere chiamata nuova perché non è originale. La nuova coscienza sarà allora la coscienza pura o coscienza originale.
L'uomo moderno, dimentico e staccato completamente dalla cultura vedica (cultura spirituale e genuina) non conosce la via corretta per la perfezione, la pace e l'armonia, che lo conduce alla sofferta felicità permanente. Si può dire a proposito che la cultura vedica rappresenta un autentico paradigma olistico nel quale l'uomo scopre il suo stato di coscienza originale e rientra di nuovo nel processo dello sviluppo spirituale a cui ha diritto, considerando che la sua natura è antimateriale.
Il sintomo di una persona che ha recuperato la propria coscienza originale, (nuova coscienza) è che si vede liberata dal concetto di vita corporeo.
La Persona Originale, causa di tutte le cause, è Krsna, Dio la Persona Suprema. La coscienza originale o divina è Coscienza di Krsna. La Bhagavad-gita 4.24 dice: "L'uomo pienamente assorto nella Coscienza di Krsna è sicuro di raggiungere il regno spirituale, perché le sue azioni sono tutte spirituali; sia con la consumazione che con l'offerta esse partecipano dell'Assoluto".
Il processo mediante il quale l'anima condizionata può uscire dall'atmosfera materiale è la Coscienza di Krsna, nella quale la coscienza dell'illusorio si trasforma in coscienza del vero.
Qualunque cosa si faccia in tale stato viene accettato come un atto di unione con il Supremo del quale tutti facciamo parte. In questo stato di coscienza spirituale colui che contribuisce all'azione, il contributo, l'esecutore e il risultato, tutto diventa uno con il Supremo.
Questo è il metodo della coscienza di Krsna.















I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA

Non Si Può Essere Felici Se Si E' Indipendenti

Questa conversazione tra Sua Divina Grazia Bhaktivedanta Swami Prabhupada e alcuni suoi discepoli si è svolta nell'ottobre 1975 durante una passeggiata mattutina a Nairobi in Kenia.



Srila Prabhupada: (facendo la parte dell'ateo) Probabilmente compiacendo il maestro spirituale potrete far piacere a Krsna. Va bene. Ma perché si dovrebbe far piacere a Krsna? Perché mai bisognerebbe preoccuparsi di far piacere a Krsna? Rispondimi.
Devoto: Perché la nostra vera posizione è quella di servire Krsna. Siamo caduti nell'illusione di questa energia materiale perché abbiamo dimenticato la nostra vera posizione di Suoi servitori.
Srila Prabhupada: Ma stiamo facendo progressi scientifici. A che serve tirare fuori Dio?
Devoto: Non potremo mai diventare perfetti se non serviamo Dio.
Srila Prabhupada: Questo è un dogma. Lo dai tu per scontato.
Devoto: Tutti devono servire qualcuno, e dato che Krsna è la sorgente di ogni piacere e ogni cosa emana da Lui, anziché servire una persona comune dovremmo servire Krsna.
Srila Prabhupada: Ma senza dover servire Krsna io ho piacere anche bevendo del vino. Perché quindi dovrei servirLo?
Devoto: Quel tipo di piacere non durerà a lungo, è solo temporaneo.
Srila Prabhupada: Ma anch'io non vivrò a lungo. Così mi godo il vino fintanto che
posso.
Devoto: Che mentalità di terza classe. In realtà la nostra vita è eterna.
Srila Prabhupada: Questa non è che una tua dichiarazione: "terza classe"; ma io dico "prima classe".
Devoto: Krsna dice nella Bhagavad-gita (10.10): "A coloro che sempre Mi servono e Mi adorano con amore e devozione do l'intelligenza con la quale potranno venire a Me". Quindi questo è il nostro desiderio.
Srila Prabhupada: Ma io non ci voglio andare.
Devoto: Non vuoi andare da Krsna?
Srila Prabhupada: No.
Devoto: Va bene, allora soffri.
Srila Prabhupada: Tu credi di sapere ciò che io sento e "soffri". Ma io mi sto divertendo.
Devoto: Ti fa male il ginocchio. Lo chiami forse "divertirsi"?
Srila Prabhupada: Quello lo posso curare. Anche quello va bene. (Risata)
Devoto: Nel Bhagavatam è detto che noi siamo come gli arti del corpo e che Krsna è come lo stomaco. Gli arti potranno essere invidiosi dello stomaco e rifiutarsi di nutrirlo ma se le braccia, le gambe e la bocca volessero scioperare anziché nutrire lo stomaco, alla fine morirebbero.
Srila Prabhupada: Questa è la giusta risposta: ogni arto del corpo deve cooperare con lo stomaco. Il dito può pensare: "Rimarrò indipendente e felice", ma è impossibile. Lo stomaco deve essere nutrito e così tutte le altre parti del corpo saranno felici. Nello stesso modo, Krsna è il principale beneficiario (bhoktaram yajnatapasam).
Egli è il centro delle attività di ognuno, proprio come questo Stato Africano è il centro delle attività della popolazione. Se non soddisfate lo Stato non potrete essere felici. Indipendentemente non si può essere felici. Per esempio, noi siamo venuti in questo parco perché lo Stato provvede alla manutenzione. Non siamo andati nella giungla. Quindi se noi veramente vogliamo la felicità, dobbiamo cooperare con lo Stato.
Così, se il nostro scopo finale è quello di essere felici, dobbiamo cooperare con Krsna. E' obbligatorio. Non si sfugge. Se si prova a sfuggire si sarà infelici.
Devoto: Noi siamo parti infinitesimali di Sri Krsna...
Srila Prabhupada: Sì, persino un bambino porta istintivamente ogni cosa alla bocca. Raccoglie qualcosa, ma non la mette in un posto qualsiasi, se la porta subito alla bocca. Perché non la mette nell'orecchio? Non sa perché, ma non appena gli capita qualcosa per le mani se la mette in bocca perché il suo istinto è quello di mangiare. Quello che sa è:
"Assaggia con la lingua e mangia". Non ha bisogno di essere istruito su questo.
Questa è la nostra posizione. Essendo parti infinitesimali di Krsna, abbiamo una tendenza naturale a servirLo. Servire Krsna non è una cosa artificiale. Quando dimenticate Krsna, è artificiale. La nostra funzione naturale è amare e servire Krsna. Questa è la nostra vita normale. Senza servire Krsna, la vita è anormale, è una vita da matti.
Perciò Krsna viene in questo mondo per predicare una vita normale: sarvadharman parityajya mam ekam saranam vraja  lascia tutti gli altri cosiddetti doveri e abbandonati semplicemente a Me. Questa è vita normale. Krsna non ha bisogno del nostro aiuto. Può crearsi tutti gli aiutanti che vuole. Ma, per il nostro bene, Krsna viene e dice: "Se vuoi una vita normale e felice, abbandonati a Me". Questa è la Sua proposta.
Devoto: Ma Krsna ora non è qui per darci questa vita normale. Cosa dobbiamo fare?
Srila Prabhupada: E' per questo che ci sono la Bhagavadgita e tutti gli altri testi vedici, per ricordarci della nostra dimenticata posizione: amare e servire Krsna.

krsna bhuli 'sei jiva anadibahirmukha
ataeva maya tare deya samsaraduhkha

Non possiamo dire per certo quando siamo giunti in questo mondo, ma da tempo immemorabile ci siamo dimenticati di Krsna e, vita dopo vita, cambiamo corpo e soffriamo. Quindi adesso con la forma di vita umana, c'è l'opportunità di risvegliare il nostro istinto originale. Ma abbiamo bisogno dell'aiuto della conoscenza, della conoscenza perfetta. E questa è disponibile nei testi vedici.
Quindi potremo leggere la Bhagavadgita, ma se poi non approfittiamo della conoscenza che vi è contenuta e continuiamo ad agire a capriccio, continueremo a soffrire. Non è possibile evitare di cooperare con Krsna. Dovete cooperare. Non c'è alternativa. Dovete cooperare; altrimenti non sarete mai felici.
Lo scopo della nostra vita dovrebbe essere quello di porre fine alla miseria (atyantika-duhkhanivrttih).
Per esempio, mi fa male questo ginocchio perché sono nel mondo materiale, perché ho questo corpo materiale. Quindi atyantika-duhkhanivrttih significa niente più mondo materiale, niente più corpo materiale. E così non più miseria.
Per questo motivo dobbiamo cooperare con Krsna. Altrimenti non sarà possibile porre fine alla nostra miseria.















Cantare Hare Krsna
Una Pratica Per Santi E Peccatori

di SATSVARUPA DASA GOSWAMI



I devoti del movimento per la Coscienza di Krsna sono famosi per il loro continuo cantare: Hare Krsna Hare Krsna Krsna Krsna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare. Perché mai tutto questo impegno per cantare?
Cantiamo perché seguiamo le Scritture vediche che insegnano che cantare il Nome di Dio è il principio religioso fondamentale per questa era. Cantiamo anche perché, cinquecento anni fa, in Bengala, il nostro grande predecessore Sri Caitanya faceva kirtana che duravano delle ore, cantando e danzando con i Suoi associati. Solevano cantare Hare Krsna, danzare e saltare immersi in un'estasi profonda e suonare strumenti musicali. Sri Caitanya aveva l'abitudine di terminare il kirtana solo quando i devoti erano esausti.
E cantiamo perché Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, il nostro maestro spirituale venuto in Occidente per diffondere gli insegnamenti di Sri Caitanya e delle Scritture vediche, spingeva particolarmente il canto del mantra Hare Krsna.
Le Scritture vediche spiegano il potere del canto del nome di Dio nella storia di Ajamila, un grande peccatore che, al momento della morte, pronunciò il nome del Signore e si liberò da ogni contaminazione dovuta ai suoi peccati. "In effetti" dice lo SrimadBhagavatam "egli espiò non solo i peccati compiuti in una vita, ma quelli di milioni di vite, perché in condizione di disperazione aveva cantato il nome di Narayana".
I peccati del presente ci portano le sofferenze del futuro. Ma la storia di Ajamila ci insegna che, per quanto una persona possa esser piena di peccati, cantare Hare Krsna la libera dalle pene dell'inferno che le sarebbero invece toccate secondo il suo cattivo karma.
Questo è il motivo per cui le Scritture, Sri Caitanya, Srila Prabhupada e le altre grandi autorità spirituali sebbene ci incoraggino a condurre una vita pura e a cantare Hare Krsna, ci spronano a cantare anche nel caso in cui fossimo incapaci di smettere di peccare.
Una vita peccaminosa consiste essenzialmente nell'alimentazione a base di carne, nei rapporti sessuali illeciti, nell'uso di sostanze intossicanti e nel gioco d'azzardo (abitudini diffuse quasi ovunque in quest'era tanto degradata. Se qualcuno vuole andare un po' al di là di queste cose, provare un gusto superiore ed evitare le fastidiose batoste dovute al suo karma, deve cantare Hare Krsna.
Nel giugno del 1967 Srila Prabhupada scrisse: "... Noi abbiamo alcune restrizioni... in realtà non sono restrizioni ma è qualcosa di migliore al posto di cose inferiori... Se conducete una vita pacifica, regolata, non mangiando altro che krsnaprasadam (cibo offerto a Krsna), i tessuti del vostro cervello si svilupperanno per una coscienza e una comprensione spirituali. Perciò, se non ce la fate a seguire queste semplici restrizioni, vi chiedo comunque di unirvi a noi per cantare. Tutti possono farlo, e questo gradualmente chiarirà tutto. Ogni problema si risolverà, e aprirete un nuovo capitolo nella vostra vita."
Ma qualcuno potrebbe abusare del canto: potrebbe pensare che i suoi peccati gli causeranno delle sofferenze, ma che cantando se ne libererà; così vorrà utilizzare il potere del Santo Nome di Dio per continuare le proprie attività peccaminose senza soffrire. Questo comportamento è offensivo. Se si canta con questa mentalità il mantra Hare Krsna diventa inefficace, come il fuoco immerso nell'acqua.
Cantare è molto dolce. Non c'è nulla di più dolce nella vita che cantare il Santo Nome che conduce l'anima all'estasi che deriva dalla relazione con Krsna. L'estasi che Sri Caitanya aveva durante i kirtana dimostrano la sublime dolcezza del nome di Krsna. Lo Srimad-Bhagavatam afferma che se uno non prova alcuna estasi cantando, significa che il suo cuore dev'essere d'acciaio.
Il piacere che si prova cantando non è come il piacere materiale che dura un attimo e poi scompare; è un piacere spirituale. Più si canta, più il gusto sublime aumenta. Ed è questo gusto dolcissimo che ci rende capaci di abbandonare il gusto più basso della gratificazione materiale dei sensi.
Ciò nondimeno, all'inizio del canto, ai primi livelli, può capitare di non sentire questa dolcezza, e sembra che uno abbia l'itterizia che fa sentire amaro anche lo zucchero. Secondo la medicina Ayurvedica, il rimedio migliore per i malati di itterizia sono i cristalli che si formano dallo zucchero di canna fresco. E anche se i cristalli sembreranno amari per il malato, mangiandoli giornalmente egli guarirà, e, piano piano, comincerà a sentirli dolci. E per quanto si possano trovare sgradevoli le restrizioni (no al sesso illecito, no al mangiare carne, no al gioco d'azzardo, no alle droghe), e per quanto si possa sentire poco piacere cantando, il canto del mantra Hare Krsna ci libererà gradualmente della malattia dell'eccessiva gratificazione dei sensi. E la cura sarà evidente quando si sentirà il canto dolce e gustoso.
Se non si assapora subito la dolcezza, non bisogna abbandonare la cura, il canto. Bisogna continuare a cantare e presto il gusto verrà, la coscienza spirituale originale rivivrà.
La felicità che abbiamo sempre cercato (nei viaggi, negli studi, nel nazionalismo, nella religione, nel sesso) deve in realtà essere trovata nel canto del Santo Nome.
Consapevole delle difficoltà che avremmo avuto nel tentativo di cantare il santo Nome in questa era materialista, Sri Caitanya espresse la nostra posizione nelle Sue preghiere: "O Mio Signore, sei gentilmente apparso completamente nel Tuo Santo Nome, ma Io sono così sfortunato che non ho alcuna attrazione per cantarLo".
E' naturale che accada che si desideri cantare e malgrado questo ci si trovi sopraffatti dall'ambiente materialista e dai desideri personali. Narottama dasa Thakura, un grande devoto seguace di Sri Caitanya, descrisse questa situazione: "Cosa c'è di buono nella mia vita? So che questo canto è tutto, eppure non mi piace cantare Hare Krsna. Dovrei essere maledetto. Qual è l'utilità della vita?" Narottama dasa Thakura presenta se stesso come uno che non desidera la vita materialista ma che al contempo non riesce ad assaporare il nettare dei Santi Nomi. Questa disperazione, comunque, non è duratura, produce piuttosto uno stato di disperazione tale che condurrà a un canto senza offese. Proprio come Ajamila cantò al momento della morte nella più completa disperazione e fu salvato, quando ci si sente sommersi dai desideri materiali si può cantare con disperazione. Anche la persona peggiore, cantando non per continuare a peccare, ma per liberarsi dal peccato, può cantare disperatamente ed essere salvata. Si può capire, all'interno del proprio cuore che questo canto è tutto, che è la cosa più deliziosa, e che se anche non si è in grado di apprezzarlo adeguatamente adesso, a causa della mentalità materialista, è l'unica speranza di salvezza. Questo è il giusto atteggiamento di disperazione per cantare senza offese.
Sri Caitanya dice: "Tutte le glorie al canto del Santo Nome che purifica il cuore da tutte le contaminazioni accumulate in tante, tante vite". Il canto del Santo Nome del Signore è "il beneficio più grande per tutta l'umanità perché diffonde i raggi della luna benevola". La luna inizia con una piccola parte e si sviluppa fino a diventare piena. Così se si comincia a cantare Hare Krsna con fede, senza offese, si può velocemente realizzare la luna piena dell'amore estatico per Dio.
Come dice Sri Caitanya: "Il canto del Nome di Dio aumenta l'oceano della felicità spirituale e ci fa assaporare il nettare che abbiamo sempre desiderato".















CANTATE HARE KRISHNA
E SIATE FELICI

HARE KRSNA HARE KRSNA
KRSNA KRSNA HARE HARE
HARE RAMA HARE RAMA
RAMA RAMA HARE HARE















VIENI
ALLA FESTA DELLA DOMENICA

Ogni domenica pomeriggio in questi centri Hare Krsna:

Asti  Roatto  Frazione Valle Reale 20  Tel. (0141)938406
Bergamo  Villaggio Hare Krishna  Strada Per Terno - Chignolo D'Isola  Tel. (035)490706
Bologna  Via Ramo Barchetta 2  Castagnolo Minore  Bentivoglio  Tel. (051)863924
Firenze  Villa Vrindavana  Via Scopeti 108
San Casciano Val Di Pesa  Tel. (055)820054
Macerata  Centro Nityananda  Contrada San Paterniano 4  Potenza Picena  Tel. (0733)672314
Napoli  Via Vesuvio 33/35  Ercolano  Tel. (081)7390398
Palermo - Viale Regione Siciliana 4441 - Tel. (091)6700385
Roma  Via Tor Tre Teste 142  Tel. (06)262913
Vicenza  Prabhupada Desh  Albettone  Via Roma 9  Tel. (0444)790573/790566
Svizzera Italiana  Bellinzona  Fattoria Nandagrama Contone  Tel. (004192)622747
Brescia  Hare Krishna Club - Tel. (030)2400995

E a casa dei devoti:

Cagliari  Quartu  Tel. (070)827339
Genova  Quarto  Tel. (010)386886
Pisa  Perignano  Tel. (0587)616194
Pistoia  Tel. (0573)424535
Roma  Riano  Tel. (06)9081039
Savona  Finale Ligure  Tel. (019)695284
Terni  Tel. (0744)303011
Varese  Arcumeggia  Tel. (0332)624081















fine del numero di maggio-giugno 1992.